Algaria Spireat. L'alga spirulina italiana

Algaria Spireat. L’alga spirulina italiana

Intervista ad Antonio Idà – CEO Algaria Spireat

A cura di Luigi Torriani

ALGARIA SPIREAT (SPIRUFARM SRL) – Azienda agricola con sede a Casalbuttano, in provincia di Cremona, Algaria Spireat è specializzata nella coltivazione biologica dell’alga spirulina e nella produzione di snack e integratori alimentari a base di microalghe. Startup fondata nel 2016, Algaria Spireat ha già ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il premio “Coltiva l’idea giusta” di Make a change e Ubi banca, il premio Thing4Food e la ING Challenge. 

L’alga spirulina è considerata da molti uno dei possibili grandi “superfood” del futuro, e si prevede che avrà un successo crescente nei prossimi anni. Perché? Dal punto di vista scientifico quali sono le caratteristiche di questa microalga? Quali usi alimentari può avere e quali sono le qualità che la rendono particolarmente interessante?

L’alga spirulina avrà successo innanzitutto per la crescente domanda di proteina alimentare, essendo un prodotto che ne ha il 60% in peso secco, oltre ad avere il profilo amminoacidico completo, a differenza delle attuali alternative vegetali. Inoltre l’alga spirulina è ricca di minerali (tra i quali spiccano il ferro e il calcio), ed è ricca di vitamine (A, B, C, D, E, K ) e di antiossidanti, ad esempio la  phycocianina, che è un potente antiossidante da cui si ricava il colorante alimentare. 

 

Attraverso quale percorso e quali esperienze professionali prende vita Algaria Spireat? Come nasce l’azienda e qual’è ad oggi il “bilancio” rispetto agli obiettivi e alle aspettative che c’erano in partenza?

L’azienda nasce dall’incontro fortunato tra due ricercatori e un imprenditore agricolo, che partendo da un’idea di economia circolare progettano e realizzano un impianto di produzione dell’alga spirulina che recupera il calore (altrimenti disperso) di un impianto  di biogas, consentendo una produzione continuativa dell’alga e assicurando una standardizazione di prodotto che le altre aziende non possono ottenere, in quanto quest’alga ha bisogno di 35 gradi termici come optimum. 

Dalla prima innovazione di processo le vedute si sono poi allargate e hanno condotto alla situazione attuale: abbiamo la privativa industriale e due brevetti internazionali su miglioramenti e innovazione di processo, come la batteria bioelettrochimica depositata nel corso del 2019. 

 

Attraverso quali canali vengono venduti e distribuiti i prodotti di Algaria Spireat? L’e-commerce (sia sul sito dell’azienda sia attraverso Amazon) è già oggi un canale interessante dal punto di vista del business? E quali potrebbero essere le opportunità sui mercati esteri?

Il mercato è in crescita e l’online è un canale molto importante per una azienda piccola come la nostra, anche perché è un canale che può dare una  finestra di accesso ai consumatori, che dialogano in questo modo direttamente con il produttore. La professionalizzazione di gestione dell’area web è fondamentale per essere competitivi in questo settore. Al momento stiamo consolidando i processi sul mercato italiano, ma già dalla metà del 2020 vogliamo cominciare ad esplorare i mercati esteri, a partire dalle nazioni alto spendenti come Germania, Inghilterra e Francia.

 

Algaria Spireat è un’azienda all’avanguardia dal punto di vista dell’ecosostenibilità, sul piano del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni di CO2. Può parlarci di questo aspetto, e dei risultati concreti raggiunti attraverso l’impegno su questo fronte?

Siamo  all’avanguardia, sul piano dell’ecosostenibilità, innanzitutto perché produciamo microalghe, microorganismi che già di per sé sono  responsabili della metà dell’ossigeno prodotto sulla terra, quindi sono efficienti nel sequestrare CO2 e rilasciare ossigeno nell’atmosfera. Inoltre siamo riusciti a rendere l’ambiente il più ospitale possibile e ad assicurarci la maggiore  efficienza produttiva. Per esempio riusciamo a sequestrare 2 tonnellate di CO2  all’anno solo dal nostro impianto di Cremona, e stiamo facendo  LCA (Life Cycle Assessment) ai nostri altri due impianti sul territorio Italiano.

Infine è importante sottolineare la presenza dei nostri brevetti, che prendono in input scarti di produzione agro-industriali per  trasformarli in energia e minerali per la crescita di piante e microalghe. 

 

Da giovane imprenditore che ha creato una startup italiana di successo, che cosa pensa della situazione attuale dell’Italia, dal punto di vista del business e delle aziende? Quali sono le prospettive e quali i possibili segnali positivi che si intravedono, dopo anni di crisi, per il nostro Paese?

È difficile  rispondere in maniera sintetica a questa domanda. In generale si vede certamente uno sforzo delle istituzioni e del governo per la nascita di nuove imprese, con interventi concreti, come il  fondo di garanzia o progetto di sviluppo, e finanziamenti  a fondo perduto o accesso al credito, per aiutare a superare quello che è lo scoglio maggiore per chi ha un’idea di business. Queste iniziative hanno portato ad una crescita importante di nuove realtà, ma le statistiche restano sconfortanti per quanto riguarda il tasso di successo di queste nuove imprese: soltanto il 10% delle startup rimangono aperte dopo i primi tre anni di attività, e una percentuale ancora più bassa riguarda quelle che hanno veramente successo. 

Questi dati così negativi sono legati a una serie di fattori, tra i quali: la mancanza di competenza di molti neo-imprenditori, una carenza che fa perdere competitività anche a idee brillanti; il panorama degli incubatori/acceleratori d’impresa, strutture che talvolta – in concreto – non hanno veramente le capacità o le risorse per supportare adeguatamente le startup; l’eccessiva burocratizzazione dei processi; la scarsa propensione all’innovazione del sistema industriale, che accoglie con refrattaria condiscendenza le nuove realtà e non consente a chi è nuovo di acquisire una credibilità vera sul mercato reale.

Sicuramente le difficoltà non mancano, e la perseveranza (la capacità di essere perseveranti) è il fattore più  importante per segnare un cambio di passo concreto per una nuova realtà in costruzione. Nel nostro caso a motivarci ci sono anche delle ragioni più profonde: la ferrea convinzione dei soci di Algaria della necessità reale di una alimentazione sostenibile ci aiuta a perseverare nel raggiungimento dello scopo, che è quello di creare un sistema produttivo sostenibile ed ad impatto zero. 



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