Industria tessile e soluzioni ERP in Italia. Che cosa sta cambiando

Industria tessile e soluzioni ERP in Italia. Che cosa sta cambiando

Intervista a Claudio Meani – EMEA Sales Director Datatex

A cura di Luigi Torriani

Da italiano e da Direttore Commerciale per l’area EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa) di Datatex, l’azienda leader internazionale nelle soluzioni ERP per il mondo tessile, alla luce della tua esperienza più che trentennale nel settore, cosa puoi dirci sull’evoluzione dell’industria tessile in Italia dal punto di vista delle esigenze in ambito IT? E come si è evoluta Datatex per supportare in maniera sempre ottimale le aziende del settore?

Negli anni Settanta e Ottanta non c’era ancora una cultura informatica in senso forte, e nel mondo ERP eravamo ancora in una fase per così dire pioneristica, sotto diversi punti di vista, e in particolare:

1. Dal punto di vista dei prodotti e della concorrenza, ovvero: le software house erano poche e non c’erano dei prodotti standard, per cui noi eravamo essenzialmente degli sviluppatori di programmi e di soluzioni informatiche su richiesta delle aziende tessili, che ci contattavano (in genere non erano i nostri commerciali a dover cercare i clienti, erano le aziende a telefonare a noi) e ci chiedevano di introdurre singole funzioni e specifiche risposte a problematiche circoscritte. Noi rispondevamo perfettamente e alla lettera a quello che ci veniva chiesto, cosa comunque non banale e spesso non semplice, e il cliente era soddisfatto.

2. Dal punto di vista delle esigenze aziendali in ambito IT: le aziende tessili italiane avevano meno esigenze rispetto ad oggi, sia perché la filiera era più corta, il mondo era meno globalizzato e ed era raro che ci fossero sedi estere, sia perché eravamo ancora in epoca pre – web (non c’erano portali aziendali, piattaforme e-commerce, customer portal, ecc.), per cui quello che serviva era semplicemente una gestione informatica interna, talvolta non facile da implementare ma senza necessità ulteriori.

Poi come sappiamo il mondo si è evoluto ed è cambiato radicalmente, da una parte (punto 1) per l’aumento della concorrenza e per la nascita di ERP standard in grado di gestire perfettamente le necessità aziendali di base, dall’altra (punto 2) per la crescita impressionante delle esigenze IT nel mondo tessile, una crescita legata sia all’apertura – da parte di molte aziende tessili italiane – di una o più sedi ulteriori in altre nazioni, sia all’avvento del web e alla digitalizzazione delle aziende, sia alla crescente correlazione all’interno della filiera tessile.

È chiaro quindi che una software house per il tessile oggi non può più rappresentare semplicemente un centro di sviluppo programmi su sollecitazione del cliente, ma deve diventare anche un punto di riferimento consulenziale strategico per l’organizzazione aziendale.

Oggi dunque Datatex ha un ruolo sempre più attivo e propositivo rispetto alle esigenze del cliente, e i nostri tecnici – che parlano perfettamente il linguaggio tessile e hanno conoscenze settoriali approfondite – suggeriscono soluzioni ed elaborano le strategie informatiche migliori in un dialogo costante con l’azienda tessile cliente.

Alla luce di tutte queste considerazioni, un dato mi sembra evidente: Datatex, che ha clienti tessili in 45 nazioni e che ha la proprietà del software gestionale verticale più venduto nel mondo (NOW ERP), è un punto di riferimento preferibile – per un’industria tessile – sia rispetto a soluzioni ERP internazionali ma generaliste, sia rispetto a soluzioni ERP per il tessile che sono però esclusivamente italiane e non hanno un respiro internazionale.

 

Quali sono, storicamente, i progetti targati Datatex in Italia che per importanza e per tasso di innovazione meritano di essere ricordati e sottolineati in modo particolare?

È sempre difficile rispondere a domande di questo genere, perché per me tutti i clienti di Datatex in Italia, e in tutto il mondo, sono stati e sono ugualmente significativi.

Detto questo, e tenendo conto che nella sola nazione Italia sono oltre cento le industrie tessili che hanno l’ERP di Datatex, se guardiamo ad aziende tessili italiane di importanza mondiale, aziende con cuore italiano ma con spirito internazionale, cito volentieri tre clienti di recente acquisizione: Klopman (l’azienda leader europea nel comparto dei tessuti per abbigliamento da lavoro, con sede centrale a Frosinone e con ulteriori sedi in Francia e in Indonesia); Carvico (grande azienda bergamasca, è leader internazionale nel settore dei tessuti elasticizzati, e ha la proprietà dei marchi Carvico, Jersey Lomellina, Eurojersey, Carvico Etiopia e Hung Yen – Vietnam); Imprima (la multinazionale leader nel comparto della stampa e finissaggio tessili, con sede legale a Milano, stabilimenti produttivi italiani a Bulgarograsso e Lonate Pozzolo, e società in Italia, Germania, Stati Uniti, Cina, Brasile e Marocco).

Ciò detto, tra i clienti storici di Datatex in Italia mi fa piacere citare anche altre aziende tessili di alto livello, industrie di eccellenza con le quali lavoriamo molto bene da anni, come Clerici Tessuto (realtà di primo piano del tessile comasco, con un complesso industriale di oltre 10.000 mq a Grandate, una stamperia, una tintoria e filiali commerciali estere a Parigi e a New York), Marchi & Fildi (gruppo tessile con sede centrale a Biella, con stabilimenti anche in Germania e in Turchia, e con un ruolo di leadership nel mondo della filatura), Botto Giuseppe (storica e celebre azienda tessile biellese, fondata nel 1876), Berto (azienda veneta leader nella produzione di tessuti in denim), Olimpias (la manifattura tessile del Gruppo Benetton), Trerè Innovation (azienda mantovana, che è oggi leader nell’abbigliamento high-tech), e Lanificio Cangioli (importante azienda tessile di Prato, fondata nel 1859).

Infine – last but not least – non dimentichiamo che Datatex ha anche clienti di piccole dimensioni, con meno di venti utenti: l’ERP di Datatex ha un’enorme scalabilità, e funziona perfettamente in aziende tessili di qualsiasi dimensione. Tra queste realtà manifatturiere italiane di eccellenza, con dimensioni locali ma con un’altissima qualità nei prodotti e nei servizi, posso citare – per fare quattro esempi: Tintoria Comacina (impresa specializzata in servizi di tintura di tessuti e articoli tessili, con sede a Senna Comasco); Fattorseta (altra azienda storica del distretto tessile di Como, che produce e distribuisce accessori tessili per donna); Finelvo (eccellenza del distretto tessile biellese, specializzata nella produzione di filati tecnici e filati floccati per il settore automotive); Texital (raffinata azienda tessile bergamasca che produce tessuti per l’arredamento).

 

La difficile situazione determinata oggi dalla pandemia ha avuto un impatto rilevante sul tessile italiano. Come ha reagito il settore al Covid? Cosa possono fare le aziende tessili oggi per fronteggiare e per superare questa emergenza?

Sappiamo tutti benissimo che l’impatto del Covid è stato – numeri alla mano – tutt’altro che lieve sulle aziende tessili italiane, con fatturati che sono calati in media (nel 2020 rispetto al 2019) del 30%, con una tenuta discreta per quanto riguarda i tessuti per usi tecnici e per l’arredamento, e con cali anche del 50% nel caso dei tessuti per l’abbigliamento.

Detto questo, noi di Datatex non abbiamo avuto pause, e questo è stato possibile perché abbiamo in Italia dei clienti molto intelligenti e sicuramente lungimiranti. Del resto è noto che gli italiani, di fronte a momenti di particolare difficoltà, riescono sempre in qualche modo a dare il massimo per provare a risollevarsi. Molte aziende tessili italiane hanno capito che il mondo sta cambiando e hanno approfittato di questo momento di “pausa” per rendere più efficiente la propria organizzazione e il proprio sistema informativo. Ci hanno chiesto quindi di implementare nuove funzioni per potenziare i propri legami nella filiera tessile, e ci hanno sollecitato l’introduzione di nuovi strumenti, performanti, sempre più facili da utilizzare e tecnologicamente sempre più avanzati.

 

Come immagini l’industria tessile italiana del futuro? Come potrebbe evolversi nei prossimi anni il settore per essere competitivo a livello globale?

Il modello della delocalizzazione spinta delle attività produttive in aree extraeuropee, e in particolare in Asia, è un fenomeno che fino a poco tempo fa veniva dato praticamente per scontato dalle aziende europee, ma oggi diversi imprenditori cominciano a rendersi conto che è un modello che sta mostrando tutti i suoi limiti, nel settore tessile e anche in altri settori.

La pandemia – in questo caso per quanto riguarda le mascherine prima e i vaccini poi – ha mostrato in maniera eclatante che una dipendenza quasi totale dalle importazioni da Paesi extraeuropei può diventare – in frangenti difficili e inaspettati – un problema grave. Lo stesso vale, a 360 gradi, per il settore tessile. Il punto non è che non dovremmo produrre in Asia o importare prodotti dalla Cina, il punto è che ci vuole buon senso: un conto è dipendere – che so – per il 20% dalle importazioni dall’Asia, che va benissimo, un altro è avere una dipendenza all’80% da queste importazioni.

L’alternativa c’è, e non è evidentemente quella di un mercato solo italiano, un mercato solo francese, un mercato solo tedesco, ecc., che non porterebbe da nessuna parte. L’alternativa è quella di una nuova e ampia politica industriale (e non solo economico-finanziaria!) dell’Europa, per il ritorno in grande stile di una vera filiera tessile europea. Ci sono già le prime avvisaglie che portano in questa direzione, e credo che l’evoluzione sarà esattamente questa nei prossimi anni: meno delocalizzazioni tessili al di fuori dell’Europa, e un forte ritorno della produzione tessile entro i confini dell’Unione Europea.



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