Enzo degli Angiuoni. I tessuti per l’arredamento Made in Italy

Enzo degli Angiuoni. I tessuti per l’arredamento Made in Italy

Intervista a André Pesaresi – CEO Enzo degli Angiuoni

A cura di Luigi Torriani

ENZO DEGLI ANGIUONI S.P.A. – Azienda fondata nel 1981, con sede centrale a Garbagnate Monastero, in provincia di Lecco, Enzo degli Angiuoni è tra le società leader nella produzione di tessuti per l’arredo di interni di alta gamma.

Enzo degli Angiuoni (Eda) è un punto di riferimento molto conosciuto nel mondo dei tessuti per l’arredo di interni, e oggi anche per outdoor, contract e abbigliamento. Come nasce Enzo degli Angiuoni e quali sono i momenti più importanti nella storia dell’azienda?

Siamo l’azienda leader e il marchio di riferimento nel mondo della produzione di tessuti Made in Italy di fascia alta per l’arredamento. La nostra storia inizia nel 1981, con la fondazione dell’azienda da parte di Enzo Angiuoni. La grinta, la creatività e la visione lungimirante del fondatore, e della moglie Maria Adele Cappelli, Direttore Creativo, hanno fatto la differenza e ci hanno consentito di emergere e di consolidarci negli anni come realtà del tessile italiano molto riconoscibile e apprezzata sul mercato.

Un momento importante nella storia di Eda è stato certamente il 1985, che è l’anno della creazione della nostra grande sede centrale, a Garbagnate Monastero (vicino a Lecco), sede progettata dall’architetto Antonio Citterio, che ospita sia le aree amministrativa, commerciale e creativa, sia la tessitura, per la produzione di tessuti jacquard, ratière e velluti.

Una caratteristica vincente di Eda è la precoce apertura al mondo, il dinamismo internazionale presente fin dalle origini. Eravamo già presenti al di fuori dell’Italia, con l’apertura delle prime filiali commerciali a Parigi e a Londra, in anni in cui le aziende tessili italiane erano molto restie a investire al di fuori dei confini nazionali. Oggi la gran parte degli imprenditori tessili italiani investe all’estero, ma Enzo Angiuoni l’ha fatto prima di molti altri, con tutti i rischi che la scommessa all’epoca implicava, e questa lungimiranza ci consente oggi di avere un brand che è conosciuto e ampiamente consolidato in tutta Europa e in America nel comparto dell’arredamento di alta gamma. Questa fama, tra l’altro, ci permette oggi – da quattro anni a questa parte – di presentarci sul mercato anche come produttori di tessuti per abbigliamento, accessori e moda, cercando anche in questi comparti di proporre soluzioni originali al 100% Made in Italy.

L’80% circa della produzione di Enzo degli Angiuoni è destinata all’export. Quali sono per voi i Paesi e i mercati più interessanti? Come avete affrontato e gestito dal punto di vista commerciale l’emergenza Covid, che ha ridotto viaggi e collegamenti in tutto il mondo?

Oltre all’Italia, i mercati storicamente per noi più importanti sono l’Inghilterra, la Francia, la Germania e gli Stati Uniti. Cercheremo di crescere ulteriormente su questi mercati, ma non solo: il nostro progetto strategico, in questo momento, è cercare di “conquistare” anche l’Asia, e in particolare la Cina, che per il nostro settore rappresenta il mercato del futuro, quello che era l’America di trent’anni fa.

Nell’anno della pandemia non siamo mai stati fermi, ci siamo preparati per affrontare al meglio la ripartenza, accorciando i cicli produttivi e rafforzando l’organico. Abbiamo persone che lavorano con noi da decenni, talvolta affiancate dai figli, e questo è un ottimo segno, significa che in Eda si lavora bene e si è creato negli anni un bell’ambiente di lavoro e un team molto affiatato. È importante ora potenziare ulteriormente questa squadra, e sappiamo bene che gli investimenti di questo tipo per una realtà come la nostra sono fondamentali. In particolare l’ufficio Stile fa la differenza, perché il Made in Italy di successo oggi equivale a originalità, bellezza, creatività, unicità delle proposte.

Ciò detto, va anche sottolineato che il Covid ha accentuato un fenomeno che sottotraccia era già in corso da tempo: con l’aumento del costo dei trasporti dalla Cina, che si unisce all’incremento dei costi di produzione che inevitabilmente anche le aziende cinesi devono fronteggiare, i prodotti cinesi di fatto costano un po’ di più, e per le aziende italiane (ed europee) si aprono nuove opportunità, in vista anche di una riduzione della dipendenza dalla Cina che in qualche modo l’Europa dovrà perseguire. Dipendiamo per troppa componentistica di base dalla Cina, in parte questa dipendenza rimarrà, ma va ridotta.

Abbiamo quindi, come produttori tessili italiani, nuove strade che si aprono di fronte a noi – sia dal punto di vista della produzione per il mercato interno sia per quanto riguarda l’export in Cina, sempre però tenendo presente che il Made in Italy va declinato in termini di qualità e creatività della proposta, e non certo nella direzione di una competizione al ribasso. Ma non solo: velocità e flessibilità devono essere oggi le caratteristiche e i punti di forza dell’industria tessile italiana. Il Covid, da questo punto di vista, ce l’ha insegnato: l’industria tessile europea deve essere come un motoscafo, non come una nave da crociera.

Infine – ma questa è più una speranza che una constatazione – il Covid ci ha insegnato (dovrebbe averci insegnato) che è fondamentale fare squadra, con partnership tra le aziende tessili per risparmiare sugli approvvigionamenti e sugli acquisti.

 

Come si è evoluto il tessile per l’arredo di interni negli ultimi anni? Come sono cambiati gusti, approcci estetici e collezioni?

La tendenza più evidente riguarda l’attenzione alla sostenibilità, che è una tematica ormai imprescindibile nel mondo della produzione tessile. Noi ci crediamo, e siamo impegnati da anni su questo fronte, che rappresenta una questione ideale, certamente, ma oggi anche una necessità di business, nel senso che nel tessile di fascia alta chi non investe per rendere più ecosostenibile la produzione non è più competitivo, perde clienti.

La Enzo degli Angiuoni ha ottenuto tutte le certificazioni ecologiche più importanti, come il certificato GOTS per l’uso di fibre naturali da agricoltura biologica (tessuti in 100% cotone organico) e i certificati GRS per l’impegno nell’utilizzare materiali da riciclo (tessuti in 100% poliestere riciclato o composizioni prestabilite). Inoltre puntiamo sempre di più su fornitori italiani, sia per aiutare il Made in Italy sia per accorciare e rendere più sostenibile la filiera produttiva.

Per quanto concerne invece le nuove tendenze in termini estetici e di gusto, un trend molto forte, nell’ultimo anno e mezzo, ha riguardato la crescita dei tessuti per l’outdoor design, dal piccolo terrazzino al grande giardino, come anche l’incremento delle richieste di tessuti falsi uniti, di tessuti fantasia, di plaid e di prodotti belli e resistenti per la casa. La pandemia, e tutte le restrizioni anti-Covid, hanno chiaramente giocato un ruolo in questa voglia di valorizzazione degli ambienti casalinghi, ma è chiaro che nel post-Covid l’attenzione tornerà a crescere anche per quanto riguarda i viaggi, e quindi gli alberghi. Noi di Eda, da questo punto di visita, abbiamo sempre lavorato molto bene anche nel comparto degli arredi per hotel di lusso, per esempio i Bulgari Resort.

 

Enzo degli Angiuoni è un nome di primo piano del distretto tessile lecchese, che comprende tutte le aziende nei paesi di Barzago, Bulciago, Costa Masnaga, Garbagnate Monastero, Nibionno, Rogeno, Sirone. Com’è oggi questo storico distretto tessile italiano, quali sono i suoi pregi e quali i suoi difetti?

Quello lecchese, anche se forse meno noto rispetto a nomi come Como, Prato o Biella, è sempre stato ed è ancora oggi un distretto tessile importante, con un notevole know-how artigianale e con un’alta qualità produttiva. Oggi purtroppo ci sono meno aziende di un tempo, alcune hanno chiuso per la crisi o per difficoltà nel ricambio generazionale, ma chi è ancora sul mercato ha molto lavoro e continua a portare avanti con successo una tradizione tessile autenticamente Made in Italy.

Mi piacerebbe, come ho detto, che si riuscisse – tra le aziende del distretto – a fare maggiormente gruppo, a creare più sinergie e a fare gioco di squadra.



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