Intervista a Thierry Cohen – Presidente Solleone Bio Spa
Solleone Bio Spa – Azienda italiana con sede a Valdengo (in provincia di Biella), Solleone Bio produce ed esporta in tutto il mondo cibi biologici e biodinamici: conserve, sughi, salse, miele, pasta, risotti, zuppe, vellutate di verdura, olio, aceto, cereali, legumi, marmellate e composte di frutta.
Per un’azienda come Solleone Bio, che ha scelto di puntare tutto sul biologico e sulla qualità dei prodotti, è fondamentale la scelta delle materie prime. Come vi muovete su questo fronte?
Abbiamo un tecnologo alimentare e un responsabile degli acquisti, e il loro compito certamente non è facile. La scelta delle materie prime è un procedimento complesso perché i prodotti che noi cerchiamo devono essere da una parte di qualità (e su questo fronte c’è tutto un sistema di controlli che mettiamo in atto) e dall’altra adatti alle preparazioni (ci possono essere – per esempio – dei pomodori o delle lenticchie che hanno qualità e sono buoni ma non hanno le caratteristiche migliori per le ricette che abbiamo in mente). Prendiamo dei campioni, facciamo dei test e alla fine scegliamo il prodotto che risulta ottimale rispetto ai nostri scopi. In genere si tratta di prodotti agricoli Made in Italy: il 95% delle materie prime che sono alla base delle preparazioni a marchio Solleone Bio viene dall’Italia, e le eccezioni riguardano sempre frutta o verdura che non è disponibile o non è facilmente reperibile sul mercato italiano.
Solleone Bio produce integralmente in Italia (a Valdengo, in Piemonte), e distribuisce esclusivamente con il proprio marchio, vendendo in Italia e all’estero. Quali sono i prodotti di maggior successo commerciale e quali sono i mercati e i Paesi per voi più interessanti?
I prodotti Solleone Bio di maggior successo sono sicuramente i sughi per la pasta. Sono ottimi prodotti, sughi pronti cotti a bassa temperatura, la freschezza si sente e i risultati sul mercato ci dicono che il nostro impegno per la qualità premia anche dal punto di vista commerciale. Abbiamo in catalogo anche dei sughi classici (capperi e olive, peperoni, basilico, peperoncino), ma il filone più interessante è oggi quello dei sughi regionali, con ricette tipiche dei diversi territori italiani che piacciono molto in Italia e all’estero. Al momento siamo presenti sul mercato con nove sughi che esprimono al meglio la ricchezza e varietà della gastronomia Made in Italy: il sugo calabrese (con fagioli, peperoncino e peperoni); il sugo piemontese (con funghi champignons e funghi porcini); il sugo Portofino (con basilico, pinoli, pomodorini secchi, cipolla, aglio e timo); il sugo alla romana (con i carciofi); il sugo alla siciliana (con melanzane, zucchine, peperoni, pomodorini secchi e cipolle); il sugo Marche (con fave, cipolle, sedano, aglio, prezzemolo e timo); il sugo Puglia (con peperoni, capperi e mandorle tostate); il sugo Toscana (con champignons e lenticchie rosse); il sugo Abruzzo (con i broccoli, le mandorle, il basilico, la cipolla e l’aglio). I prodotti Solleone Bio hanno al momento come principali mercati – oltre ovviamente all’Italia – la Francia e il Giappone, Paesi che sono per noi particolarmente interessanti perché la sensibilità per il biologico tra i francesi e tra i giapponesi è oggi molto diffusa e in forte crescita. Ma naturalmente vendiamo anche in molte altre nazioni ed è nostra intenzione nei prossimi anni potenziare la nostra presenza in tutto il mondo.
I prodotti Solleone Bio vengono venduti in negozi specializzati e in punti vendita che propongono cibi e bevande di alta gamma. Attraverso quali canali commerciali e di marketing trovate i clienti? Oltre alle fiere e agli agenti puntate anche sul web? Trovate interessante l’idea di un e-commerce, oppure preferite muovervi attraverso i canali tradizionali? Più in generale: che cosa pensate del web come veicolo per la vendita di prodotti food?
Non dimentichiamoci che Solleone Bio è una startup. Ho fondato l’azienda nel 2014, la sto conducendo lungo un percorso di crescita, ma è importante avere pazienza e non anticipare i tempi. Fatta questa premessa, la risposta alla sua domanda sul web come canale per vendere cibi e bevande è molto semplice: il web è un canale che sta crescendo con grande velocità e che evidentemente non può essere ignorato da noi come da nessun’altra azienda. Al momento – sul fronte e-commerce – preferiamo lavorare con chi già c’è, e i prodotti Solleone Bio sono da tempo in vendita su Amazon e sulle piattaforme online di diversi altri grandi player del settore. Non escludo di implementare tra qualche tempo anche un e-commerce gestito direttamente da noi, ma – lo ripeto – non ha senso fare il passo più lungo della gamba e bisogna avere la pazienza necessaria per fare ogni cosa al momento giusto. E una considerazione analoga vale anche sulla questione del web marketing: so perfettamente che al momento non siamo dei “leoni” dei social media, e che dovremo andare prossimamente – sul medio termine – a potenziare la nostra presenza sui social, su Facebook come su Instagram. Questo è fuori di dubbio. Ma al momento la priorità è lavorare attraverso i canali commerciali e marketing B2B tradizionali per diffonderci il più possibile nei negozi. Dobbiamo prima di tutto espanderci capillarmente nei punti vendita ed essere presenti al massimo sugli scaffali, poi – a quel punto – sarà il momento di investire molto anche per pubblicizzare online i nostri prodotti. Ogni cosa a suo tempo.
Il mercato del biologico negli ultimi anni ha avuto una crescita inarrestabile, ha un giro d’affari a livello mondiale che supera i 60 miliardi (5 miliardi nella sola Italia), e ha oggi un ruolo di primo piano anche in ambito GDO: le vendite di prodotti biologici nei supermercati e ipermercati italiani sono cresciute nell’ultimo anno del 16,6%, a fronte di un +2,8% complessivo del comparto food & beverage. E nel frattempo anche un colosso come Amazon ha investito nel biologico comprando Whole Foods, la più importante catena di supermercati bio del mondo. Come si pone in questo contesto Solleone Bio? Puntate nei prossimi anni a diventare un brand di successo anche in ambito GDO (e in ambito Horeca)? È possibile “sbarcare” nella Grande Distribuzione mantenendo i più alti standard qualitativi e senza “compromessi” sul prodotto?
I prodotti Solleone Bio sono già presenti in molti supermercati, e su questo fronte siamo forti soprattutto in Francia, Paese che ha oltre novecento grandi punti vendita dedicati al biologico e nel quale anche la Gdo tradizionale (Carrefour, Leclerc, ecc.) è molto sensibile e attenta al tema. La mia intenzione per i prossimi anni è di espandere sempre di più la nostra presenza nella Grande Distribuzione. E alle ovvie ragioni commerciali che mi spingono verso questa scelta voglio aggiungere una considerazione di natura concettuale: spesso ci dimentichiamo che fino a 150 anni fa tutti i cibi erano “biologici”. L’utilizzo della chimica in agricoltura nelle forme oggi considerate ovvie o banali è un fenomeno relativamente recente, per cui c’è qualcosa di paradossale e di assurdo nei ragionamenti dei “puristi” che vorrebbero che il biologico restasse appannaggio di una nicchia con alto potere d’acquisto. Il Bio deve essere di tutti, e più la Grande Distribuzione punta sul biologico più la domanda sale, i prezzi si abbassano e l’accessibilità dei prodotti aumenta. Tutto questo dal mio punto di vista è assolutamente positivo. Ciò detto, è vero che in ambito Gdo la pressione sul prezzo per i fornitori è forte, per cui alcuni produttori potrebbero essere tentati dall’abbassare la qualità. Bisogna essere inflessibili nel difendere la qualità, gli standard non vanno mai abbassati, è difficile ma io sono ottimista e sono sicuro che per Solleone Bio è e sarà sempre così.