Intervista a Franco Mantero, Amministratore Delegato Mantero Seta SpA
Mantero Seta – storica azienda comasca di produzione e distribuzione di tessuti e accessori – nasce nel 1902, epoca in cui a Como il 40% delle imprese e l’80% della forza lavoro erano nel settore tessile. Da allora è passato più di un secolo e la situazione – oggi – è molto diversa. Negli ultimi vent’anni il distretto serico comasco è andato incontro a un pesante ridimensionamento. Ha subito i contraccolpi legati a un frangente molto difficile, che ha visto un forte aumento della concorrenza internazionale in un contesto sempre più globalizzato, una rapida e radicale evoluzione tecnologica e un andamento sfavorevole della domanda, fino alla crisi globale iniziata nel 2008. Anche Mantero Seta ha attraversato anni molto difficili ma è rimasta in piedi. Come siete riusciti a salvare l’azienda? Al di là delle ricapitalizzazioni che sono state fatte e del contenimento dei costi, quali sono stati e quali sono gli elementi decisivi su cui avete puntato per “modernizzare” il brand e per rimanere competitivi in un mercato così complesso come quello in cui ci si deve muovere oggi? Più in generale: che cosa è stato e che cosa può essere oggi e domani il distretto serico comasco?
Alla prima comparsa della Cina sul mercato molti produttori italiani di abbigliamento avevano deciso di eliminare totalmente il settore produzione smantellando apparecchiature, impianti e personale, conservando solo la commercializzazione e, non sempre, il design ma acquistando in Cina il prodotto finito. Noi, non trascurando la grande potenzialità della Cina su alcuni tessuti di base, abbiamo preferito ristrutturare parzialmente l’Azienda eliminando alcuni reparti, per esempio quello della tessitura a licci e conservando e potenziando il settore di telai tipo jacquard, abbiamo investito moltissimo in macchinari, ampliando l’offerta della stamperia con impianti per la stampa digitale di ultima generazione che si potessero affiancare alla stampa serigrafica, nostra specialità da sempre. Ogni giorno nelle nostre scelte cerchiamo di rispondere alla richiesta dei nostri clienti che cercano in noi la modernità e l’innovazione che caratterizzano il nostro nuovo corso ma anche l’artigianalità e la tradizione che fanno parte del nostro Dna.
Quello dei tessuti è un settore ad altissimo rischio. Tutti possono farne, ma emergere non è facile. E’ questione di gusto, ma anche di alta qualità del prodotto, di capacità d’abbinare la fantasia del Made in Italy alle più moderne tecnologie di produzione. Con prodotti sofisticati e decisamente speciali il nostro target si è orientato sul lusso e sull’eccellenza.
Ritengo che siano quindi la differenziazione e l’innovazione gli elementi cardine per poter rilanciare non solo le singole aziende ma l’intero distretto e mantenere alta la fama dei prodotti che in Italia nascono.
Oltre alle sedi comasche, Mantero ha anche una sede a New York e una sede a Hangzhou. Oggi la Cina, da concorrente, diventa sempre di più partner del distretto comasco e anche mercato di sbocco. Partner per l’acquisto di materia prima e mercato per l’export. Oggi i fatturati di Mantero si fanno per il 77% in Europa, per il 17% in America e per il 6% in Asia, ma quest’ultimo dato è in continua evoluzione e crescita. Tenendo conto anche di quella che potrà essere la situazione tra qualche anno proviamo a fare un bilancio: quanto ha tolto e quanto ha dato, sta dando e potrà dare la Cina al tessile comasco e più in generale italiano?
La Cina per noi resta un Paese molto importante per due ragioni: da un lato è innegabile che sia diventato un mercato di sbocco per prodotti finiti di lusso, dall’altro come fornitore di materie prime (nel nostro caso la seta) continuerà ad avere un ruolo importante nella filiera. La nostra Filiale cinese si occupa proprio di sourcing mentre, grazie a importanti distributori, stiamo promuovendo i nostri prodotti in boutiques e mall delle principali città cinesi.
Mantero oggi vende anche direttamente al pubblico. Nel 2009 ha aperto il primo punto vendita Mantero, nel Factory Store svizzero Fox Town di Mendrisio, e nel 2014 è arrivato l’outlet comasco di Grandate. Inoltre – sempre a partire dal 2014 – i prodotti Mantero sono in vendita anche online, con la possibilità di acquistare direttamente da facebook con pochi click. Sembra molto interessante il tentativo di e-commerce. In Italia gli e-shopper sono in crescita (come nel resto del mondo) e le vendite online sono raddoppiate in valore negli ultimi cinque anni, ma le aziende sono ancora troppo “timide” e spesso non investono nel web (in Italia ci sono 40.000 imprese che vendono online, contro – per esempio – le 200.000 in Francia). Quanto e come avete intenzione di puntare sul web nei prossimi anni?
Per noi il web rappresenta una grandissima opportunità. Prima di tutto consente nuova modalità di far conoscere il prodotto vista la crescente digitalizzazione del consumatore. Possiamo rivolgerci in modo mirato al nostro mercato di riferimento e ci permette di trasferire in modo adeguato, attraverso parole ed immagini, tutto il nostro storytelling e raccontare quindi il DNA dell’Azienda e del Marchio in modi sempre diversi e sempre nuovi. Inoltre è un’incredibile veicolo (attraverso un e-commerce che andremo ad implementare e a promuovere) per presentare le collezioni nella loro completezza e per distribuire capillarmente e direttamente il prodotto che altrimenti sarebbe limitato alla presenza parziale e spesso non sufficientemente rappresentativa in negozi multibrand. Peraltro il nostro prodotto, carré in fibre nobili e preziose declinati in vari formati, non presenta problematiche legate alla taglia che spesso possono spaventare gli e-shopper più cauti. Si concentreranno quindi qui più metà dei nostri investimenti in comunicazione e promozione.
Negli storici distretti italiani come Como è possibile sviluppare una maggiore sinergia tra turismo e tessile? È possibile ed è sensato cercare di creare un vero e proprio turismo legato al mondo della seta, sia per lo shopping sia per la visita di archivi, musei e aziende storiche del territorio?
Noi abbiamo cercato di integrare il turismo alla nostra attività. Organizziamo, su richiesta, delle visite guidate che mostrano come nascono i nostri prodotti: dalla fase di ricerca sino al controllo qualità passando per tessitura, stampa, finissaggio. Nel nostro store di Grandate, a due passi dal sito produttivo, si può trovare un vasto assortimento di stole, sciarpe, foulards, cravatte, tessuti e anche altri oggetti tutti realizzati utilizzando i nostri tessuti: taccuini, cuscini, portabiancheria, bluse in modo d poter toccare con mano quanto visto in lavorazione nelle fabbriche e poter veicolare il nostro Made In Italy, Made in Como
Negli ultimi vent’anni c’è stato un declino della cravatta, un accessorio un tempo irrinunciabile in contesti formali o mondani, e oggi sempre meno utilizzato. Tuttora i tessuti per cravatteria rappresentano una fetta importante dei fatturati della Mantero (circa il 10%). Come sarà secondo voi il futuro del comparto e cosa si può fare per rilanciare la cravatta nell’ “immaginario maschile”?
Sicuramente la cravatta non tornerà (così come è stato per i cappelli) ad essere l’accessorio “indispensabile” del passato, è indubbio che il modo di vestire sia cambiato nel profondo e tenda ad essere sempre più degagé. Tuttavia la cravatta resterà sempre un sinonimo di eleganza e rappresenterà sempre un accessorio di classe e ancora, per molti Paesi e molte circostanze, un prodotto decisamente fondamentale nel guardaroba maschile. Peratro, poiché la moda è ciclica, in questo momento la cravatta sta diventando trendy tra i giovanissimi! E questo ovviamente per noi è un segnale interessante da intercettare in modo da creare collezioni dedicate a questo nuovo target potenziale. Per bilanciare il minor utilizzo della cravatta in generale, noi di Mantero sviluppiamo collezioni di sciarpe maschili molto ampie e variegate, sia stampa sia jacquard e proponiamo ogni stagione nuove fantasie, nuovi filati e nuove lavorazioni.