Intervista a Michele Fumagalli, Senior Manager e Direttore laboratorio sviluppo programmi – Gruppo Datasys
Una difficoltà per i programmatori e i sistemisti è quella di aggiornare continuamente i software per adeguarli alle normative di legge, che in Italia – per usare un eufemismo – sono in continua evoluzione, tra regolamenti e adempimenti fiscali che cambiano in continuazione. Qual è al momento il fronte “caldo” su cui si sta lavorando?
I nostri programmatori negli ultimi anni hanno assunto sempre di più un ruolo di ‘consulenti applicativi’, cioè sono diventati un punto di riferimento non puramente tecnico per ‘dipanare’, chiarire e interpretare, insieme alle aziende clienti, le nuove normative che entrano continuamente in funzione. Oggi non è più sufficiente fornire una semplice soluzione informatica, è necessario avere anche persone preparate e costantemente aggiornate.
In questi ultimi anni, da parte del Fisco italiano, sono state introdotte varie modifiche finalizzate allo scambio di informazioni strutturate tra aziende e Agenzia delle entrate. Tutto questo con tempi di attuazione sempre più ristretti e con interpretazioni spesso non esaustive.
In questo ultimo periodo il fronte caldo su cui si è operato e si sta operando è rappresentato da tre punti e, precisamente:
- Lettere di intento esportatori abituali
- Liquidazione IVA in XML
- Invio fatture emesse e ricevute, comprese le bollette doganali, sempre in XML (chiamato anche ex spesometro)
Questi tre elementi hanno messo ‘alla frusta’ i laboratori di sviluppo software, che si trovano a dover elaborare soluzioni, installare aggiornamenti presso i clienti e formare le proprie persone sulle problematiche applicative e sulle soluzioni attuate.
A oggi sono stati superati i primi due punti, la liquidazione IVA terminerà il 12 giugno grazie ad una proroga in zona ‘Cesarini’ da parte del governo, mentre il terzo e ultimo punto, con scadenza al 18 settembre 2017, è in via di sviluppo.
La sostanza è che i primi sei mesi del 2017 sono stati dedicati agli adeguamenti di normativa.
Dal primo gennaio 2017 è ufficialmente partita in Italia la fatturazione elettronica tra privati. Che cosa cambia a livello informatico per le aziende? E secondo te tutto questo in prospettiva può costituire un’opportunità per le Pmi o è semplicemente un ulteriore adempimento burocratico e un costo?
La fatturazione elettronica tra privati rappresenta un cambiamento epocale, un milestone fondamentale nel panorama ‘Rapporto Aziende – Fisco’.
Un paio d’anni fa la fatturazione elettronica è stata introdotta per le Aziende che hanno un rapporto con la Pubblica amministrazione, in una sorta di banco di prova per estendere poi questa modalità a tutte le aziende.
Il futuro è questo, anche se per il momento siamo ancora di fronte a una scelta e non a un obbligo. È nostro compito, insieme alle aziende, cercare di trasformare questa formalità in una opportunità di business, da intendersi come riduzione dei costi, agevolazione dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, e automazione nel trasferimento e acquisizione delle fatture nei propri sistemi informativi.
Questo nuovo scenario può essere rivoluzionario nella misura in cui si mettono a disposizione le informazioni su una piattaforma condivisa. È una sfida impegnativa e direi decisiva per le Software House e per le aziende clienti: è il primo appuntamento che apre la strada a una vera ‘economia digitale’. Fino a questo momento si è parlato di digitalizzazione di documenti e di archiviazione sostitutiva per una platea ristretta di aziende, mentre ora – in questo nuovo scenario – si apre finalmente la possibilità di introdurre ed estendere questa rivoluzione all’intero panorama delle aziende italiane.
Se guardiamo alla storia italiana dei rapporti tra informatica e burocrazia, quali sono i casi più significativi con cui hai avuto a che fare nella tua lunga esperienza? Quali sono stati – negli ultimi trent’anni – i grandi snodi legislativi che hanno avuto un impatto importante in ambito informatico?
Rispondere a questa domanda mi fa sentire ‘vecchio’. Se proviamo a fare un’analisi sull’evoluzione negli ultimi 30 anni delle normative che hanno avuto un impatto nelle soluzione informatiche utilizzate dalle aziende, possiamo innanzitutto individuare due macro gruppi e, precisamente:
- Soluzioni a impatto tecnico (e non tecnologico)
- Soluzioni a impatto tecnologico ed applicativo evolutivo
Nel primo gruppo, uno per tutti, inserisco il ‘problema dell’anno 2000’, che ha avuto una soluzione meramente tecnica e non ha portato all’introduzione di nuove modalità operative in azienda. Il problema – molto semplicemente – era sorto perché i campi data erano di 6 cifre (es. 31/12/99) e quindi non veniva esposto il secolo.
Nel secondo gruppo (soluzioni a impatto tecnologico ed applicativo evolutivo) voglio citare in particolare: l’introduzione dell’EURO e il periodo transitorio LIRA/EURO; la trasmissione dei dati secondo tracciati definiti, per quello che riguarda lo scambio di informazioni in uscita e in entrata con il sistema bancario, prima in TXT/Ascii e poi in XML (esempio SEPA); lo scambio delle informazioni, sempre XML, con le aziende della Pubblica Amministrazione prima e successivamente con le aziende private.
Il Gruppo Datasys offre soluzioni informatiche a 360 gradi dal 1981. Quali sono i punti di forza che hanno consentito e che consentono alla Datasys di essere competitiva? Quali sono le caratteristiche e i valori più importanti del team di lavoro da te guidato?
Alla prima domanda rispondo in modo sintetico: il gruppo Datasys & Datatex, pur avendo anche – come Datatex – sedi estere e soluzioni internazionali, ha sviluppato delle soluzioni specificamente italiane, la cui italianità è il grande punto di forza. Mi spiego meglio: ormai i sistemi informativi abbracciano tutta l’azienda e tutti i suoi processi, e avere un software 100% Made in Italy aiuta enormemente le aziende italiane nell’interpretazione di questi processi, in particolar modo in alcune aree. Soprattutto nell’area ‘Amministrazione, Contabilità e finanza’ avere una soluzione italiana permette alle aziende finali di avere maggiori garanzie di ‘conformità normativa’ nei tempi e nei modi previsti, e l’evoluzione normativa è stata sempre inclusa nella nostra soluzione per tutti i clienti. Questo è il nostro punto di forza rispetto a soluzioni informatiche concorrenti, magari anch’esse di alto livello come le nostre, ma ‘generiche’.
Alla seconda domanda rispondo con una parola: ‘poliedricità’. Ormai un gruppo di sviluppo software non può più essere composto soltanto da figure prettamente ed esclusivamente tecniche. Oggi è indispensabile che siano presenti anche grafici, consulenti applicativi e di processo, conoscitori delle normative. Una squadra così eterogenea non è facile da gestire, ognuno ha le proprie caratteristiche, i tecnici sono ‘artisti’ che difficilmente rispettano standard e regole, mentre i consulenti ragionano per schemi e sono più razionali. Il mio compito è quello di amalgamare tutti questi elementi per avere una squadra compatta e coesa.