Cinque consigli per non sbagliare nella scelta dell’ERP

Cinque consigli per non sbagliare nella scelta dell’ERP

Articolo a cura di Luigi Torriani

L’ERP ideale dovrebbe avere – in estrema sintesi – queste caratteristiche:

1. AGGIORNATO

Troppe software house propongono sul mercato vecchie soluzioni “rammendate” introducendo semplicemente delle nuove interfacce grafiche, per permettere una webbizzazione di facciata dei sistemi informativi. È un po’ come quando si cerca di vendere una casa piena di problemi strutturali chiamando un bravo imbianchino per ritinteggiare le facciate e le pareti. Chi ci casca e la compra poi si accorge del “bagno di sangue” cui va incontro negli anni successivi per rifare tetto, impianti idraulici, caldaia, e via dicendo. Con un’aggravante nel caso dell’ERP: le vecchie soluzioni le conoscono ormai soltanto dei tecnici prossimi alla pensione, per cui tra qualche anno non ci sarà più nessuno in grado di seguirle e il malcapitato che le ha comprate per la propria azienda sarà costretto a cambiarle.

L’ERP deve essere dunque un prodotto al passo con i tempi, per potersi integrare perfettamente con qualsiasi nuova funzione e tecnologia, e per poter essere sempre e in ogni situazione comodamente accessibile.

 

2. PARAMETRIZZABILE

Si parla tanto di “personalizzazione” come se fosse una bella parola ma spesso le cosiddette “personalizzazioni” non sono altro che interventi inevitabili per mantenere in funzione prodotti vecchi e privi di flessibilità, con costi impossibili da pianificare e in continuo aumento per il cliente. L’ERP al passo con i tempi è invece non tanto “personalizzabile” quanto piuttosto fortemente “parametrizzabile”, ovvero capace di rendere qualsiasi implementazione il più possibile rapida e semplice, consentendo anche agevolmente l’integrazione con qualsiasi altro sistema e piattaforma.

 

3. VERTICALE

Le aziende che optano per sistemi general spesso se ne pentono, perché si trovano poi di fatto a dover intervenire con successive verticalizzazioni del software per il proprio specifico settore merceologico, con un impegno sempre molto gravoso sia dal punto di vista dei tempi sia sul piano dei costi. Non è l’azienda che deve adeguare i propri processi di business e la propria organizzazione per rendersi adatta all’ERP che ha acquistato, ma il contrario: è l’ERP che deve essere nativamente adatto per l’azienda che lo sceglie. Chi è alla guida di un’azienda tessile dovrebbe scegliere un gestionale pensato specificamente e fin dall’origine per il settore tessile. Chi ha un’industria chimica dovrebbe optare per un ERP studiato fin dall’inizio per il mondo chimico. E così via.

 

4. NAZIONALE NELLA PARTE CONTABILE

Le aziende che scelgono un software contabile internazionale si trovano spesso di fronte nella realtà quotidiana a un prodotto praticamente inutilizzabile, da sostituire di fatto con dei fogli excel e con altre soluzioni di emergenza, per poi immettere successivamente i dati nel software contabile.

La contabilità è sempre una faccenda nazionale e come tale va affrontata a livello informatico. Questo peraltro è particolarmente vero nel caso dell’Italia, Paese con un sistema burocratico e normativo talmente ampio, complesso e in continua evoluzione da richiedere necessariamente una soluzione finance dedicata e continuamente aggiornata rispetto alle regole nazionali. Non si può affrontare bene la contabilità italiana con una soluzione software generica e internazionale, a meno di continue e costose “personalizzazioni” da effettuarsi in corso d’opera. Ma non è meglio affidarsi a una software house che propone una soluzione italiana, continuamente aggiornata dalla software house stessa in base all’evoluzione del quadro normativo nazionale?

 

5. SEGUITO E SUPPORTATO (CURA DEL CLIENTE)

Attenzione a scegliere l’interlocutore giusto! Se certamente è fondamentale considerare qualità e caratteristiche dell’ERP, non meno importante è affidarsi a una software house che assiste e segue adeguatamente il cliente negli anni. Una promessa – questa – che fanno tutti quando si è in fase di trattativa, ma che troppo spesso viene disattesa, soprattutto quando si ha a che fare con ERP di proprietà di colossi mondiali dell’informatica e distribuiti da piccoli partner italiani con scarsa autonomia e senza facoltà di intervenire sul prodotto. Se l’ERP è buono ma il cliente viene lasciato solo diventa impossibile dare continuità ed efficacia agli investimenti effettuati.

 

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