Comunicazione aziendale. Opportunità, errori, orrori

Comunicazione aziendale. Opportunità, errori, orrori

Intervista a Francesca Zambelli

A cura di Luigi Torriani

FRANCESCA ZAMBELLI – Business Developer Manager di DotWit, la divisione Web e Digital del Gruppo Network Datasys, Francesca Zambelli è laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università San Raffaele di Milano e in Comunicazione della Marca presso l’Università Iulm di Milano, è iscritta all’Ordine dei giornalisti pubblicisti e si occupa dal 2010 di strategie di marketing a 360 gradi per aziende, enti, associazioni e personaggi pubblici.

 

Perché è importante – per promuovere la propria azienda – rivolgersi a un’agenzia come Dotwit anziché cercare di lavorare autonomamente sul fronte del marketing e della gestione dei propri canali web?

Capita spesso, soprattutto nelle piccole e medie imprese, che la gestione della comunicazione aziendale e della sua strategia venga affidata all’organico interno, tendenzialmente agli addetti marketing e comunicazione.

Questa decisione viene presa perlopiù pensando di risparmiare, perché alla fine si pensa che basti esserci sui vari canali pubblicando qualche contenuto. Non è proprio così, anzi: comunicare male o in maniera non continuativa può rappresentare un’arma a doppia taglio nella maggior parte dei casi. Quando le aziende non vogliono investire del budget in questa attività io suggerisco sempre di non aprire neanche una pagina Facebook, per esempio: meglio non essere online piuttosto che comunicare nella maniera sbagliata.

Ricordiamo che il web non è altro che una grande piazza e che anche se a noi non sembra siamo sempre sotto gli occhi di molte persone e di potenziali clienti.

Avere una struttura a supporto dedicata a queste attività vuole dire poter disporre di persone con un know how specifico in grado di creare contenuti di alta qualità e non autoreferenziali (errore molto comune che fanno le aziende), contenuti visivi di alto livello e una consulenza personalizzata, ma soprattutto una strategia chiara e orientata ai risultati.

Spesso le varie realtà sbagliano perché non hanno una visione chiara del mercato in cui sono inserite, e soprattutto non sanno impostare una strategia che tenga conto del proprio target e dei suoi bisogni.

Il nostro team studia il mercato e le sue continue evoluzioni, suggerisce cosa è meglio fare non solo per essere percepiti in maniera ottimale dal nostro target di riferimento ma anche, ed è questo che è difficile da far capire, per guadagnare di più.

 

Ho parlato nel titolo di “errori” e “orrori” nella comunicazione aziendale. Quali sono secondo te i peggiori e i più frequenti?

Per quanto riguarda gli errori: sicuramente l’assenza di un obiettivo specifico, che porta come conseguenza l’utilizzare una comunicazione confusa nei messaggi, che vengono comunicati in maniera poco chiara.

Ma è grave anche non tenere conto della comunicazione dei propri competitor: studiare il mercato è fondamentale.

L’orrore più “spaventoso” è invece sicuramente quello di non tenere conto del target di riferimento. Sapere a chi ci rivolgiamo costituisce le fondamenta di tutta la strategia di comunicazione di un’azienda.

 

Quali sono invece delle strategie di comunicazione aziendale che hai trovato particolarmente interessanti e brillanti? Puoi fare alcuni esempi per i lettori del Datasys Magazine?

Mi viene subito in mente un’azienda che conoscono tutti: Coca Cola.

Nata nel 1886, ha vissuto tutte le più importanti trasformazioni del mercato, comprese quelle tecnologiche, ed è riuscita sempre ad adattarsi al consumatore, cambiando modo di comunicare ma al tempo stesso (ed è questa secondo me una delle armi vincenti) restando legata alla tradizione del brand.

Coca Cola è una delle prime aziende che si è resa conto delle potenzialità del mercato digital e ne ha colto le opportunità, accorgendosi altrettanto velocemente che il contenuto è essenziale per avere successo sui social e che il consumatore è il vero protagonista.

Un altro marchio che ha sempre comunicato in maniera ottimale e lineare i propri valori è Harley Davidson, che è stata in grado negli anni di crearsi una schiera di seguaci dal look inconfondibile, un look che nell’immaginario comune rappresenta un segno distintivo.

La parola d’ordine è condivisione e coinvolgimento: l’obiettivo non è solo vendere un prodotto ma generare sentimenti ed emozioni, creando un senso di appartenenza. Anche in questo caso l’azienda è sempre rimasta fedele ai valori tradizionali legati al brand, pur sapendo cogliere tutti i cambiamenti che il mercato ha presentato.

 

Nell’ambito della comunicazione aziendale quali tratti in comune troviamo tra i diversi casi di successo? Detto in altri termini: qual è il “segreto”, o quali sono le “ricette” essenziali, per raccontare e per promuovere con successo la propria azienda?

Non credo esista una “ricetta” o un “segreto”. Sicuramente tutte le comunicazioni corporate vincenti sono quelle non autoreferenziali, che riescono a seguire le evoluzioni di un mercato in continuo cambiamento e che sanno ascoltare le esigenze del consumatore rendendolo protagonista e parte attiva dello stesso brand.

Diventa sempre più importante lo storytelling aziendale per migliorare l’immagine del brand, soprattutto oggi che siamo in presenza di un mercato colmo di messaggi e di contenuti.

Il brand (e i valori che lo rendono unico) è ciò che può generare per un’impresa valore economico.



Accetta la nostra privacy policy prima di inviare il tuo messaggio. I tuoi dati verranno utilizzati solo per contattarti in merito alla richieste da te effettuate. Più informazioni

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close