Contabilità. L’incubo delle “soluzioni internazionali”

Contabilità. L’incubo delle “soluzioni internazionali”

A cura di Luigi Torriani, Antonio Falletta e Michele Fumagalli

Cambiare ecosistema informatico, sostituire l’ERP, modificare i software contabili in uso sono tutti passaggi che comportano – in una fase iniziale – una qualche forma di “stravolgimento” nel funzionamento di un’azienda e nel lavoro delle persone.

Se questo cambiamento – dopo l’inevitabile stress legato a qualsiasi transizione, sul lavoro come nella vita – è foriero di importanti miglioramenti, tangibili e concreti, nell’operatività aziendale, se avviene in tempi relativamente rapidi e se determina dei benefici rilevanti, allora si tratta di un cambiamento che va sicuramente perseguito.

Se invece cambiare è una scelta che risponde a criteri che non hanno nulla a che vedere con valutazioni di tipo tecnico e che rispondono piuttosto a opzioni di “politica” aziendale o di allineamento a mode o a presunte richieste del mercato, allora quelli che con espressione poco oxfordiana potremmo chiamare “bagni di sangue” sono inevitabili.

Stiamo parlando di una situazione che molti hanno ben presente e che ogni anno viene subita da centinaia di professionisti che lavorano nell’amministrazione e in ambito contabile: la frequente adozione di software contabili internazionali nel momento in cui un’azienda viene acquisita da un fondo d’investimento o da investitori esteri e/o si quota in borsa.

Abbandonare software contabili nazionali, pensati e continuamente aggiornati rispetto al quadro normativo italiano, per sostituirli con sistemi di contabilità internazionali e completamente avulsi dalla specifiche e concrete esigenze degli operatori (che non operano mai in un contesto iperuranico ma sempre all’interno di un ben preciso quadro contabile-legislativo e normativo) ha in questi casi una motivazione di fondo (oltre alla voglia di assecondare mode e tendenze più o meno effimere): centralizzare e uniformare la contabilità. Ma il prezzo da pagare – quasi sempre – è altissimo: il software contabile internazionale diventa spesso, nella sostanza, praticamente inutilizzabile, e chi dovrebbe usarlo non può far altro che sostituirlo de facto con dei fogli excel e con altre soluzioni di emergenza, per poi immettere i dati nel software contabile nuovo. Mentre gli azionisti e i top manager – dall’altra parte del mondo –  ignorano o fingono di ignorare il problema, chi concretamente e quotidianamente lavora sulla contabilità aziendale deve faticare il doppio e rischia di andare incontro a errori o inadempienze.

Le testimonianze in tal senso sono innumerevoli, anche se ovviamente non si tratta di esternazioni pubbliche, e il fenomeno è talmente palese che a questo tipo di difficoltà alcune grandi software house internazionali hanno perfino fatto riferimento (auto)-ironicamente in alcune pubblicità. L’auto-ironia è sempre una bella cosa, ma non elimina il problema, che andrebbe affrontato in modo serio da parte dei decisori aziendali.

In Datatex e in Datasys Network la scelta è sempre stata quella di proporre delle soluzioni software contabili cucite su misura – e continuamente aggiornate – rispetto alla specifica nazione nella quale vengono utilizzate, e per quanto riguarda l’Italia accanto a NOW ERP – che è il nostro ERP proprietario internazionale, con clienti in 45 nazioni – proponiamo sempre, come complemento software per la parte contabile, amministrativa e di tesoreria, il nostro Vela Finance, che è una soluzione al 100% verticalizzata per il contesto burocratico e normativo italiano.

 

Ne parliamo con il Direttore Commerciale di Datasys Network Antonio Falletta e con il Direttore Tecnico Michele Fumagalli.

IL COMMENTO COMMERCIALE DI ANTONIO FALLETTA

Buongiorno Antonio,

perché questo incubo delle “soluzioni contabili internazionali” si palesa oggi così di frequente? Quale miopia sta alla base di queste scelte e cosa si può fare per invertire la tendenza?

 

Risposta:

Parliamoci chiaro: una società – per esempio – svizzera, tedesca o americana, che controlla un Gruppo internazionale del quale fa parte anche un’azienda italiana, fa fatica a capire a quale livello di complessità si situa la normativa italiana. Una multinazionale che acquisisce un’azienda, in una qualsiasi nazione, sempre più spesso impone a quell’azienda l’utilizzo del software contabile internazionale già in uso nel Gruppo. Questa imposizione – che peraltro in alcuni casi è una sorta di sciocco inseguimento di mode e tendenze – ha anche uno scopo comprensibile (unificare la contabilità a livello di Gruppo), e in alcuni contesti – cioè in Paesi nei quali l’apparato burocratico e normativo è relativamente snello e non è soggetto a continue evoluzioni e cambiamenti – può avere tutto sommato delle conseguenze negative trascurabili o comunque accettabili. Ma in Italia – lo ripeto – non è così, perché nel nostro Paese il sistema burocratico e normativo è talmente ampio, complesso, articolato e in continua evoluzione da richiedere NECESSARIAMENTE – per poter lavorare bene – una soluzione software verticale dedicata specificamente all’area finance per le aziende italiane.

Ed è sicuramente vero che per una multinazionale che acquisisce un’azienda italiana i costi derivanti dall’imposizione, a questa azienda, di una generica contabilità internazionale, sono nettamente superiori ai vantaggi che se ne traggono in termini di unificazione internazionale della contabilità. Il che peraltro è vero anche, e a maggior ragione, per aziende italiane che adottano una contabilità internazionale perché si quotano in Borsa o perché sono alla ricerca di soci e investitori esteri. In tutti questi casi sarebbe di gran lunga preferibile – e certamente meno costoso – mantenere un software contabile specifico per l’azienda italiana, interfacciandolo poi con la soluzione contabile internazionale di Gruppo.

Diciamo chiaramente quello che per tragica esperienza concreta sanno fin troppo bene tutto coloro che lavorano nell’area amministrativa di un’azienda italiana alla quale è stata imposta una soluzione contabile internazionale: ogni nuova normativa diventa di fatto una mazzata, un vero e proprio incubo, perché i software contabili internazionali generici non vengono MAI aggiornati con l’introduzione di nuovi moduli relativi a specifiche normative, o a specifici adempimenti burocratici, che sono stati introdotti ex novo in una SOLA nazione (in questo caso in Italia). È l’azienda cliente che deve studiare la problematica, deve aggiornarsi rispetto a ogni nuova normativa e deve poi chiedere una PERSONALIZZAZIONE, cioè uno sviluppo ad hoc del software contabile che verrà fatto pagare profumatamente e che in ogni caso sarà sempre macchinoso e poco funzionale rispetto a quelle soluzioni finance che vengono STRUTTURALMENTE aggiornate in modo specifico per l’Italia.

Sto parlando di soluzioni verticali per il Made in Italy, come è il nostro Vela Finance by Datasys Network, che ogni anno viene più volte aggiornato dai nostri tecnici, che studiano le nuove normative PRIMA che entrino in vigore e rilasciano nuovi moduli STANDARD che diventano parte integrante del software contabile e che il cliente può utilizzare immediatamente. Sono i nostri tecnici che studiano e si aggiornano, non è il cliente a dover studiare (prendendosi la responsabilità in caso di errori) e a doverci contattare chiedendo una personalizzazione.

D’altronde è sufficiente parlare con chi lavora in Italia su un software contabile internazionale e si è trovato ad affrontare – per fare un paio di esempi tra i tanti – l’introduzione delle nuove regole sulla fatturazione elettronica e sul reverse charge (inversione contabile), per capire a quali “bagni di sangue” è stato costretto ad andare incontro, mentre chi aveva una soluzione specificamente italiana come Vela Finance di Datasys Network ci ha messo un decimo del tempo a fasarsi correttamente rispetto alle nuove normative.

In alcune nazioni le novità normative e burocratiche sono relativamente rare, e andare incontro – una volta ogni dieci anni – a un “bagno di sangue” amministrativo-contabile potrebbe (forse) essere anche tollerabile, ma in un contesto come quello italiano – dove ogni anno ci sono due o tre obblighi normativi nuovi a cui dover far fronte – diventa un costo francamente intollerabile dover improvvisare autonomamente ogni volta una soluzione che possa stare in piedi.

 

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IL COMMENTO TECNICO DI MICHELE FUMAGALLI

Buongiorno Michele,

in che modo Vela Finance by Datasys Network si distingue dalle soluzioni software contabili generiche e internazionali? In che modo aiuta gli operatori a lavorare in modo rapido e preciso all’interno del complesso sistema burocratico e legislativo italiano?

 

Risposta:

Prima di rispondere vorrei fare delle considerazioni:

  1. La scelta del gestionale trascina sempre la parte amministrativa, finanziaria e di controllo di gestione;
  2. la parte amministrativa e finanziaria non fa parte del core business aziendale ed è percepita (erroneamente) come un mero “atto dovuto”.

Detto in altri termini: l’area finance – troppo spesso – non è presa seriamente in considerazione, si dà per scontato che qualsiasi soluzione contabile dia i risultati desiderati e non si ritiene strategica e fondamentale la scelta del software per l’area amministrativa e finanziaria dell’azienda.

Questo è un errore gravissimo, che molte aziende hanno pagato e pagano a caro prezzo, e che noi di Datasys abbiamo sempre cercato di evitare, non solo attraverso una corretta consulenza alle aziende ma anche dimostrando nei fatti quale alta “dignità” ha (dovrebbe avere) la problematica finance. Questi sono i fatti di cui parlo:

  1. un laboratorio di sviluppo specializzato, ITALIANO, con consulenti nel campo amministrativo e di controllo di gestione;
  2. un’attenzione alle normative italiane, ai loro sviluppi e cambiamenti, nel pieno rispetto delle tempistiche di legge;
  3. la creazione di automatismi per snellire l’operatività quotidiana dei contabili;
  4. un utilizzo, dove possibile, delle informazioni che arrivano dall’esterno (per esempio Home Banking, siti istituzionali, Banca d’Italia, ecc.).

Sicuramente alcuni di questi punti sono presenti anche in contabilità internazionali, ma il vero problema di queste contabilità generiche è che non sono localizzate sul sistema ‘Italia’, non sono focalizzate sulle problematiche specificamente italiane.

Ogni nazione ha le sue abitudini, e certamente l’Italia ha una normativa molto complessa, che deve essere conosciuta e interpretata analiticamente per poter offrire delle soluzioni software che possano dare veramente ‘sollievo’ all’operatività quotidiana.

Il consiglio che mi sento di poter dare – in generale – è il seguente: ‘per ogni area bisogna scegliere il meglio’, valutando sempre i pro e i contro dell’avere due soluzioni specifiche, ma di certo senza “buttarsi” a priori su una soluzione contabile ponendosi semplicemente al traino delle decisioni riguardanti il gestionale aziendale.



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