Datasys Network: la filiale di Genova

Datasys Network: la filiale di Genova

Intervista a Sandro Curletto, Senior Manager Datasys Network Genova

A cura di Luigi Torriani

DATASYS NETWORK FILIALE DI GENOVA Fondata nel 1987, la filiale Datasys Network di Genova (via Pietro Chiesa 7) è la nostra prima filiale ad essere stata aperta, sei anni dopo la fondazione della Datasys e l’apertura della sede centrale di Milano (1981). In pensione da ottobre 2018, Sandro Curletto è stato lo storico direttore della filiale, per oltre trent’anni.

Sandro Curletto – La filiale Datasys Network di Genova

La filiale Datasys di Genova apre in un periodo d’oro dell’informatica italiana. Quando e come nasce l’idea di aprire la filiale? Come si lavorava in quegli anni? Che ricordi hai dei primi anni e degli albori del successo di Datasys Genova? Quali sono – in trent’anni da direttore di filiale – gli aneddoti, gli episodi e i casi di successo che ricordi più volentieri?

Nel 1987 lavoravo per un’azienda genovese al CED (centro elaborazione dati), ed ero analista programmatore sul sistema 38 IBM. Come fornitore di software gestionale avevamo scelto la Datasys di Milano, che a pochi anni dalla sua fondazione (nasce nel 1981) era già tra le realtà più importanti dell’informatica in Italia. Purtroppo a causa di un gravissimo incidente sul lavoro e di una serie di problematiche l’azienda nella quale lavoravo entrò in crisi e si ridimensionò notevolmente, per cui decisi – all’età di 32 anni – di provare nuove esperienze, forte del mio master serale in Management faticosamente frequentato per 2 anni a Economia e Commercio. La Datasys mi offrì subito un’opportunità lavorativa, chiedendomi però di trasferirmi a Milano, mentre io – da genovese attaccato alla mia terra – cercavo (e di fatto trovai rapidamente) delle alternative interessanti in città, per cui il mio rapporto con la Datasys sembrava destinato a concludersi subito. Ma nel frattempo ai soci proprietari di Datasys (che erano tuo padre Franco Torriani, Maurizio Desio, Enrico Ortensi e Maurizio Moioli) venne l’idea di aprire una filiale a Genova, per conquistare il mercato ligure e del basso Piemonte. Mi convocarono a Milano per propormi questa avventura e io accettai immediatamente.

Si trattava di un’avventura nel vero senso del termine: partimmo nel gennaio del 1988 con pochissimi mezzi, una segreteria telefonica a casa mia perché i cellulari ancora non esistevano, le prime offerte fatte a mano, le riunioni in auto e le telefonate durante il giorno dalle cabine telefoniche a gettone. Pochi giorni dopo cercai e trovai un locale a Genova in Corso Torino – che è stato il primo ufficio di Datasys Genova. Seguivo i lavori di ristrutturazione, e nel frattempo mi dividevo tra i clienti a cui fare assistenza e i clienti nuovi da visitare. Viaggiavo a una media di circa 7 / 8 visite al giorno: le aziende erano sempre disponibili ad ascoltare e gli imprenditori erano tutti interessati. Eravamo negli anni d’oro dell’informatica e le novità della Datasys di Milano avevano grande successo sul mercato. Erano altri tempi, e ricordo per esempio che mi stupì molto – in quei mesi – la decisione dei proprietari della Datasys di utilizzare il PC con una stampante dedicata anziché la macchina da scrivere.

La filiale Datasys di Genova è decollata praticamente subito. I concorrenti non erano molto contenti, dovunque andassero trovavano brochure della Datasys e i dischetti con il software in prova che lasciavo. Le software house concorrenti tentarono di dissuaderci con proposte di collaborazione, di rivendita o addirittura promettendo di assumerci, ma ormai eravamo partiti e non poteva fermarci nessuno. Già alla fine del 1988 – a meno di un anno dall’inizio dell’avventura di Datasys Genova – eravamo in undici, assunti in parte a partire da mie conoscenze personali, e in parte consultando gli elenchi di neodiplomati e laureati forniti dalle scuole (allora la privacy non esisteva). Un fattore fondamentale alla base del nostro successo fu la stretta collaborazione con la filiale IBM di Genova, una collaborazione che consentì a loro di acquisire molti nuovi clienti, e a noi di sviluppare progetti sempre più interessanti. Facevamo circa 30 nuovi clienti medio-grandi all’anno, e di certo il lavoro non mancava.

Non basterebbe un libro per raccontare i molti episodi di oltre trentanni di attività. Negli anni ‘90 ci furono acquisizioni da parte di Datasys Genova e collaborazioni con altre società locali, molte assunzioni, e una crescita – che allora sembrava inarrestabile – fino agli anni 2000 e 2002, gli anni boom del ‘baco del 2000’ e dell’introduzione dell’Euro. Nel frattempo sul modello di Genova erano state aperte sedi Datasys a Verona e a Gallarate, e successivamente molte altre in tutta Italia. L’apertura della filiale Datasys di Torino fu seguita da me in prima persona, e anche la filiale di Pisa fu inizialmente posta sotto la mia diretta responsabilità. La Datasys – che contava 30 persone nel 1987 – era cresciuta in maniera impressionante, arrivando in pochi anni ad avere diverse centinaia di dipendenti. Nella sola filiale di Genova eravamo più di 80 persone, e considerando le tre sedi del NordOvest (Genova, Torino, Pisa) avevo più di 120 uomini che collaboravano con me e di cui ero responsabile. Ma non eravamo soltanto noi a vendere i prodotti Datasys: era stata creata nel frattempo anche una rete molto ampia di società partner, che rivendevano per noi Hardware IBM, Software Datasys e Software IBM, e a quel punto avevamo così tanti clienti che ormai non li conoscevo neanche più tutti.

Poi sono cominciati i problemi, non soltanto per la Datasys ma per tutte le software house. Prima ancora della grande crisi iniziata nel 2007, l’informatica andò in difficoltà per vari motivi, che riassumerei in questi termini: l’indigestione fatta negli anni Novanta e all’inizio degli anni Duemila (fino al 2002). Le aziende a quel punto avevano già speso molto (e avevano già speso tutte) per la parte software e hardware, e decisero di tirare il fiato. Iniziò allora un lungo declino delle aziende di informatica gestionale, che avevano personale in sovrannumero, e che procedettero negli anni seguenti con drastiche operazioni di ridimensionamento o con tentativi di fusione. Molte sono poi finite male e hanno chiuso, ma le migliori – e tra queste il Gruppo Datasys – sono ancora sul mercato, e dopo anni di difficoltà sono tornate a crescere, trainate da nuove soluzioni software e dalle nuove opportunità offerte dall’area web, che danno grande ottimismo per il futuro. Datasys Genova dopo oltre trent’anni è ancora oggi un riferimento importante per le aziende del territorio, alcune delle quali sono nel nostro portafoglio sin dall’origine della filiale.

 

Città di mare con un centro storico che è Patrimonio dell’Umanità Unesco, Genova è sempre stata ed è ancora oggi una città di alto livello anche dal punto di vista del business, con uno dei porti più importanti del mondo e con un tessuto industriale importante. Come è cambiata la città tra gli anni Ottanta e oggi e come si è evoluta la situazione di Genova – e più in generale della Liguria – dal punto di vista commerciale? Quanto si è sentita la crisi, e a che punto è – oggi – la ripresa? Quanto è importante – per il Gruppo Datasys Network – che ci sia ancora oggi una filiale a Genova, in grado di presidiare al meglio il territorio, e quali prospettive di crescita intravedi nei prossimi anni per Datasys Genova?

Partiamo da una data: 14 agosto 2018. È il giorno in cui è crollato il Ponte Morandi, una tragedia e uno shock per tutti, ma soprattutto per i genovesi, che passavano continuamente sopra e sotto il ponte. Ricordo quando era in costruzione e mio padre mi mostrava i piloni che stavano sorgendo, era orgoglioso per il progresso che avrebbe portato. Ora questi monconi fanno stringere la gola ogni volta che li vedo o che penso a quel giorno. Sicuramente non potremo mai dimenticare quello che è successo, ma la mia città ha già reagito – pur con molti disagi – e sarà in grado di tornare più forte di prima. E personalmente – nonostante tutto – continuo a pensare che Genova sia il posto più bello nel quale vivere e lavorare.

Ma attenzione: anche se le cose nel tempo sono un po’ cambiate, è comunque ancora oggi difficile lavorare a Genova se non sei genovese. I “furesti” – soprattutto se milanesi – sono guardati con diffidenza, e se non pronunci bene “fugassa” e “belin” parti già con il piede sbagliato, tanto che a un collaboratore commerciale veneto che lavora da alcuni anni in filiale facciamo continuamente ripassi di parole in dialetto. A Genova di solito i ricchi girano con piccole auto magari di seconda mano, e chi gira in Porsche o Ferrari di solito ha un chilo di cambiali o è milanese. Che dire? È sicuramente importante continuare ad essere presenti con una filiale sul territorio, per agganciare le aziende e per avere la fiducia degli imprenditori locali. Contrariamente a quanto si dice le aziende liguri investono in maniera omogenea rispetto ad altre regioni, sono attente ai costi ma soprattutto ai risultati, e se il ‘progetto’ è valido e contribuisce alla crescita e all’organizzazione aziendale spendono e soprattutto pagano; non si scherza ma non si rischiano bidoni.

C’è un tessuto industriale differente tra il basso Piemonte (dove prevalgono le aziende di produzione), e Genova e la Liguria (dove in prevalenza le aziende fanno servizi o commercio e sono legate in gran parte al settore marittimo). Per decenni (e ancora oggi è così) il business e la salute della città di Genova hanno seguito gli alti e bassi dell’attività marittima e del porto, spesso anticipando le crisi e le riprese dell’economia nazionale. Datasys Genova ha tra i suoi clienti sia aziende industriali del basso Piemonte sia aziende liguri, legate all’indotto portuale, di servizi o commerciali. Non c’è una nicchia o distretto prevalente, la nostra offerta è molto ampia e i nostri clienti sono molto eterogenei.

Abbiamo molti clienti importanti nel settore marittimo ma avremmo potuto conquistarne ancora di più – e avremmo potuto diventare i leader di mercato – se ci fossimo concentrati nello sviluppo di prodotti ad hoc. Arrivato all’età della pensione posso dire che un mio personale rammarico è proprio quello di non aver sviluppato con il laboratorio Datasys dei software gestionali specifici con verticalizzazioni per tutti i diversi comparti del settore marittimo, anche se mi rendo perfettamente conto che sarebbe stato un lavoro lungo e molto impegnativo e costoso, perché non è semplice seguire i diversi attori e le diverse nicchie della filiera (spedizionieri, armatori, società di catering, brokers, ecc.), tutte figure e tutti ambiti con peculiarità differenti. Chissà, forse un giorno questa mia provocazione verrà raccolta e il laboratorio Datasys creerà dei software verticali pensati appositamente per il settore marittimo, questo per me è un auspicio. In ogni caso una cosa è certa: la filiale Datasys di Genova continuerà a seguire con la consueta attenzione le aziende del territorio, e la qualità e l’esperienza delle persone che ci lavorano (alcune delle quali erano con me già nel 1988) è la migliore garanzia di continuità. In questi primi tempi dopo la pensione sono ancora disponibile e continuo ad essere presente – anche se con orari ridotti – nei nostri uffici, ma è chiaro che a un certo punto – come è giusto che sia – sarò a fare trekking sul Monte di Portofino e passerò definitivamente il testimone ai colleghi. Io sono ottimista sia sul futuro della filiale di Genova sia – più in generale – sul futuro del Gruppo Datasys Network, che oggi è perfettamente al passo con quanto richiede il mercato, e con i recenti investimenti fatti sul fronte web e marketing B2B sta gettando delle solide basi per una nuova stagione di crescita e di innovazione.

 

Sul Datasys Magazine abbiamo pubblicato nel 2017 una lunga intervista a Ernesto Hofmann dal titolo “L’informatica. Com’era, com’è, come sarà”. Dal tuo punto di vista – e alla luce della tua lunga esperienza – quali sono stati in questi ultimi trent’anni i grandi cambiamenti dell’informatica in Italia, e quali sono le nuove opportunità che si aprono oggi e che le software house devono essere in grado di cogliere?

Nella mia carriera lavorativa ho avuto modo di attraversare tutte le trasformazioni ed evoluzioni dell’informatica. Ho iniziato con le schede perforate e con i programmi in RPG scritti a matita su moduli predefiniti, sono passato dai floppy disk alle tastiere, dai terminali ai primi PC AT e XT (che costavano più di una Fiat 500!), dal software gestionale contabile e di magazzino fino ai big data, all’internet delle cose e al blockchain, tematiche – queste ultime – che in tutta onestà devo ancora adeguatamente assimilare.

Ogni fase del mercato e ogni epoca della tecnologia offre vantaggi e opportunità di business a chi è in grado di coglierli. Quello che però a mio avviso rimane fondamentale – ed è in ogni epoca l’elemento decisivo per il successo – è la capacità di comprendere le esigenze del cliente e le peculiarità del mercato, riuscendo a trasformare in progetti e realizzazioni concrete queste esigenze. Ad un corso che ho frequentato qualche decennio or sono, facevano descrivere a voce alta un disegno geometrico ad uno studente, e gli altri dovevano riportare su un foglio quanto da loro compreso: pochissimi erano quelli che riuscivano a riprodurre correttamente il disegno descritto. L’insegnamento che ne ho tratto – e che è sempre stato per me fondamentale – è questo: l’errore che facciamo più spesso è di sottovalutare l’importanza della capacità di ascolto e di comprensione.

 

Il Gruppo Datasys Network & Datatex è sul mercato da quasi quarant’anni. Quali sono i punti di forza del nostro team e delle nostre soluzioni? Che cosa ci distingue dai concorrenti? Perché oggi un’azienda dovrebbe scegliere la Datasys per le soluzioni informatiche e web?

Una qualità che i clienti ci hanno sempre riconosciuto è la capacità progettuale e tecnica, mentre siamo sempre stati più deboli sul piano commerciale. Siamo più bravi a fare che a vendere, e questo – pur essendo per certi versi un difetto – ci ha però consentito di mantenere alta la stima da parte del mercato e dei nostri interlocutori. La proprietà ha sempre investito più sui tecnici che sui commerciali, e credo che il marchio Datasys – dal punto di vista dei prodotti – abbia fatto la storia dell’informatica in Italia e sia sempre stato sinonimo di alto livello. I nostri software, sia di Datasys che di Datatex, sono la sintesi di queste grandi capacità, che nel caso della Datatex hanno portato addirittura alla leadership internazionale in un settore (il tessile). Parlando con persone che prima lavoravano nel Gruppo Datasys & Datatex e poi sono passate alla concorrenza, ho ascoltato da loro più volte l’espressione di un rimpianto per la progettualità della nostra azienda e per come si lavorava nei nostri uffici. Non siamo mai stati capaci di fare il ‘vendi e scappa’, non siamo “squali” in ambito commerciale e preferiamo puntare sulla qualità dei nostri prodotti e servizi, e alla lunga i clienti hanno premiato questo nostro approccio.

Se siamo stati competitivi per oltre trent’anni un motivo ci sarà … In bocca al lupo per i prossimi trenta!



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