G Technologies Group. Macchine per il tessile e l’industria grafica

Intervista a Pasquale Brosio, presidente di “G Technologies Group”

A cura di Enrico Casartelli

“G Technologies Group” è un’azienda della provincia di Como che si fonda sulla sinergia di due divisioni interne: “Brosiomeccanica” e “Giardina Graphic”. In sintesi la prima progetta e realizza macchine nel settore tessile, in specifico per la produzione di cuscini, guanciali, trapunte, materassi…; la seconda opera nel settore dell’industria grafica quale fornitrice di sistemi di essicazione di vario genere destinati ai processi di stampa e verniciatura su carta, cartone, plastici e metallo.

È un’azienda d’avanguardia perché, grazie al suo reparto di progettazione, i prodotti garantiscono una continua evoluzione tecnologica, massima produttività e risparmio energetico, è quindi proiettata anche all’aspetto ecologico.

Ho incontrato Pasquale Brosio, presidente di “G Technologies Group”, nella sede a Cermenate in provincia di Como, e gli ho fatto alcune domande.

L’azienda è nata più di quarant’anni fa, qual è stata la sua origine?

Il tutto è nato nell’81 in Brianza, e più precisamente in una piccola cantina di casa mia dove ci stavano soltanto un tornio e un trapano, ed ero ovviamente solo. Di certo non mi mancava la voglia di lavorare e per fortuna in quei tempi esisteva molta meno burocrazia. La mia passione è sempre stata la creazione di macchine e operavo per conto terzi.

Dalla cantina sotto casa sono passato a un locale di duecentocinquanta metri quadrati che però dopo pochi anni è risultato inadeguato; infatti, sempre da solo, ho trasferito l’attività in un capannone a Novedrate, in provincia di Como, con una decina di dipendenti.

L’azienda si è evoluta anche grazie a un passaggio generazionale. Infatti Lei ne è il presidente e i suoi figli Antonella e Matteo i consiglieri, qual è stato il loro apporto?

Mia figlia maggiore, dopo la laurea in economia e commercio, ha voluto inserirsi in azienda con l’intenzione di espanderla. Abbiamo costruito un altro capannone, e nel frattempo si è aggiunto anche l’altro mio figlio. Entrambi hanno creato un’ulteriore spinta alla crescita e allo sviluppo di nuove macchine: dalla progettazione al brevetto e alla realizzazione, e all’apertura di nuovi mercati.

Siamo specializzati nel settore del tessile: linee e macchine per la produzione di cuscini, guanciali, trapunte, materassi etc., ma nel 2009, cioè in piena crisi industriale, abbiamo rilevato la “Giardina Graphic” che opera in un settore completamente diverso. È stata una scelta coraggiosa espressamente voluta dai miei figli per un chiaro discorso di diversificazione di mercato.

Mio breve commento: purtroppo ho visto frequenti passaggi generazionali catastrofici, questo invece è stato un autentico successo. Conferma?

Sì, posso dire con un certo orgoglio che hanno ereditato da me la passione per il lavoro e anche un forte spirito imprenditoriale.

Piccola parentesi, o meglio una curiosità: Lei è anche vice sindaco di Novedrate, un comune di quasi tremila abitanti. C’è un motivo che la lega a Novedrate?

Abito a Novedrate dal ’72, è una bellissima e vivace comunità. Organizziamo parecchi eventi culturali e di aggregazione. Io mi dedico più ai problemi locali che alla politica e cerco di lasciare spazio ai giovani, come d’altronde faccio in azienda. Siamo un’ottima squadra e stiamo facendo investimenti importanti per il futuro, per esempio una scuola dell’infanzia.

Torniamo all’azienda: ho visto nel sito che è presente in tante fiere ed eventi in Europa e in America. C’è stata una svolta che ha determinato questa “internazionalizzazione”? E quali sono i paesi esteri a cui si rivolge maggiormente?

La svolta, come dice Lei, è avvenuta nel 2018 in una fiera a Colonia, in Germania. Gli ingegneri dell’Ikea si dimostrarono molto interessati a una nostra macchina che realizzava dei cuscini in modo totalmente automatico: dall’apertura delle fibre al peso e alla realizzazione della fodera. Una tecnologia a ultrasuoni che fonde i materiali; questo è molto importante anche in un’ottica green di riutilizzo e riciclaggio. Con gli ingegneri dell’Ikea è iniziato un nuovo sviluppo e abbiamo allargato il mercato.

Come risposta alla sua seconda domanda in pratica esportiamo in tutto il mondo sia nel tessile che nella grafica, e fra poche settimane saremo presenti al Drupa in Düsseldorf, una fiera di alta tecnologia e a livello mondiale che si svolge ogni quattro anni.

Quali sono stati gli impatti nel terribile periodo del Covid?

In quel periodo ci dedicammo subito alla realizzazione delle prime macchine in Italia per la produzione di mascherine. Inoltre i miei figli si impegnarono in importanti progetti da realizzare immediatamente dopo la ripartenza economica.

Lei ha quasi quaranta dipendenti. Quanti nella divisione di progettazione?

I dipendenti sono saliti a cinquanta perché recentemente abbiamo acquisito anche una parte della “RB Technologies” che si occupa di sviluppo software di quadri elettrici. La parte di progettazione è aumentata, ora occupa circa il cinquanta per cento dei nostri collaboratori.

Per l’inserimento lavorativo dei giovani è in contatto con delle scuole di formazione professionale?

Abbiamo un forte legame con gli istituti ITIS di Como, Sant’Elia di Cantù e Jean Monnet di Mariano Comense. Inoltre collaboriamo con il Politecnico di Milano: abbiamo in sede ingegneri del ramo meccanico ed elettronico che rifiniscono le loro specializzazioni.

Dobbiamo spingere di più sull’apprendistato ed è inutile far studiare i ragazzi fino a sedici anni se non ne hanno voglia.

Noto che io faccio le domande rivolgendomi direttamente a Pasquale Brosio e lui mi risponde quasi sempre con il plurale “noi”. È un chiaro e bellissimo segnale di quanto alle sue spalle si muovano in modo determinato i suoi due figli. Chapeau!

Ultima domanda o considerazione, forse la più impegnativa. Siamo da poco usciti dal terribile e lungo periodo del Covid che ha molto rallentato l’azienda produttiva, e l’“homo sapiens” ha iniziato non una, bensì due guerre che stanno coinvolgendo potenze mondiali come la Russia e Paesi dell’Est Europa con cui tante aziende italiane avevano un ottimo export. Come vede il futuro economico dei settori in cui opera la “G Technologies Group”, cioè il tessile e il grafico, con un pensiero anche alle nuove generazioni?

Stavamo iniziando a lavorare con delle aziende russe nel settore della grafica e ovviamente questa collaborazione si è bloccata. Alcuni nostri dipendenti lavoravano in Ucraina e per fortuna sono rientrati in tempo. Logicamente anche il mercato verso Israele e la Cina è fermo. A questo punto dobbiamo continuare a spingere sull’ampliamento delle nostre linee nel settore tessile e grafico, e nella “diversificazione” dei mercati come abbiamo fatto di recente.



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