Nuove prospettive per il tessile in Europa

Intervista a Graziano Nardi – Datatex South Europe Sales Director

 

A cura Luigi Torriani

Nonostante i grandi cambiamenti nelle supply chain tessili globali, cambiamenti che hanno ridisegnato negli ultimi anni la geografia tessile mondiale, l’Europa mantiene ancora oggi un ruolo di primo piano nel settore, e nella classifica dei Paesi esportatori di prodotti tessili troviamo tuttora l’Italia al terzo posto (dopo Cina e India), la Germania al quarto posto, la Spagna all’ottavo, la Francia al nono, il Belgio al decimo posto e i Paesi Bassi in dodicesima posizione (Fonte: elaborazioni Osservatorio economico Mise su dati GTA). Inoltre, oggi, nel complesso scenario post-Covid che stiamo attraversando, c’è chi auspica un Reshoring della produzione tessile in Europa. Qual è la tua opinione in proposito? Come vedi oggi la situazione dell’industria tessile in Europa?

Facciamo una premessa: il fenomeno della delocalizzazione della produzione è stato comune in moltissimi settori, e i grandi gruppi industriali europei – non solo nel tessile – nel passato hanno spesso scommesso sull’offshoring come sistema di difesa della marginalità, attratti da nuove opportunità legate a una maggiore flessibilità e a ridotti costi orari del lavoro. Nel tempo, tuttavia, molti si sono resi conto che lo spostamento delle produzioni comporta una serie di rilevanti “costi nascosti”, sia dal punto di vista dell’aumento di complessità nella gestione dell’azienda, sia per quanto riguarda l’aumento dei tempi e dei costi di consegna, sia sul piano del controllo della qualità produttiva. Negli ultimi anni, dunque, il mercato è tornato a privilegiare i fornitori europei, e le industrie hanno messo un freno alle delocalizzazioni e alle esternalizzazioni, tornando a produrre “in casa”. Credo che questo fenomeno nel tessile non sia transitorio, e d’altronde tutte le maggiori associazioni di settore europee sottolineano che il fenomeno del Reshoring nella manifattura “non è affatto marginale”.

 

Dal 1987 Datatex supporta le industrie tessili dal punto di vista della digitalizzazione e informatizzazione dei processi produttivi, e Now ERP by Datatex si è imposto negli anni come il gestionale verticale di settore più venduto nel mondo. In che misura secondo te un ERP può fare la differenza per un’azienda tessile? In che modo Now ERP by Datatex si distingue dai prodotti concorrenti e cosa offre in più rispetto alle soluzioni internazionali generaliste?

Un ERP per il mondo tessile deve innanzitutto supportare l’integrazione dei processi aziendali, consentendo una corretta pianificazione di tempi e costi per ogni ordine o commessa, e permettendo di gestire al meglio gli approvvigionamenti, di ottimizzare il magazzino e di programmare la produzione in contesti sempre più complessi e con standard elevati.

La nostra esperienza specifica, fin dal 1987, nel settore tessile, e le tecnologie utilizzate, ci hanno permesso di realizzare una soluzione – NOW ERP – che rispecchia le peculiarità delle aziende del settore, offrendo il pieno controllo sulla produzione tessile, sulla qualità dei beni prodotti, sulla distribuzione e sui costi. NOW ERP ha la capacità di integrarsi all’intero ambito aziendale, in totale simbiosi con tutti i diversi utenti, nelle diverse aree e a qualsiasi livello di responsabilità, interfacciandosi infine con i gestori del dato economico, per supportare la gestione di tutti i processi, nell’intero ciclo di vita del prodotto.

Nella filiera tessile ci sono processi produttivi specifici sostanzialmente diversi tra di loro ma tutti caratterizzati da una elevata variabilità del prodotto, che è soggetto a repentini e continui cambiamenti legati all’evoluzione della moda, alla stagionalità e all’eterogeneità delle misure. Aiutare ad anticipare le richieste del mercato, guidare le scelte strategiche, consentire di ridurre i costi di trasformazione verticalizzando i processi attraverso la supply chain, e sostenere la qualità del prodotto, sono solo alcune delle sfide che oggi il mercato tessile richiede da un’ERP e che NOW di Datatex soddisfa nel migliore dei modi.

Le aziende tessili che hanno scelto NOW by Datatex hanno ottenuto molti vantaggi (dalla digitalizzazione dei processi di filiera alla tracciabilità e rintracciabilità, dalla riduzione delle scorte ai miglioramenti nel co-trollo della qualità, ecc.). Ma voglio qui evidenziare in particolare tre benefici offerti da NOW ERP:

  1. Abbattimento dei costi di realizzazione della collezione, supportati da un software che consente di progettare, simulare e condividere con il cliente le nuove collezioni, con estrema rapidità e riducendo drasticamente i costi.
  2. Aumento del livello di servizio, grazie a una soluzione tecnologica flessibile, che si modella con il processo organizzativo e supporta la produzione efficientando i processi, consentendo consegne fre-quenti, puntuali e affidabili.
  3. Gestione integrata dell’intera catena del valore, grazie a un adeguato sistema informativo che consente di trasmettere in tempo reale – a tutti i soggetti coinvolti nei diversi processi (prepara-zione, filatura, tessitura, finissaggio, candeggio, tintura, stampa, confezione, etc) – i dati di loro spe-cifico interesse, con l’obiettivo di un miglioramento della performance.

 

Guardando alle diverse nazioni e ai diversi distretti tessili europei dove intravedi oggi maggiore dinamicità e maggiori potenzialità di ripresa e di crescita?

La ripresa economica dipende molto dagli sviluppi della pandemia. La nuova impennata dei casi – tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 – ha di nuovo scosso i mercati, e ulteriori restrizioni governa-tive potrebbero avere – nei diversi Paesi – un impatto sull’attività economica, mentre le imprese rischiano di essere colpite da carenze e interruzioni della catena di approvvigionamento.

Le minacce principali sono tre: un marcato aumento dei casi di Covid, in particolare nelle aree in cui le vaccinazioni sono relativamente basse; l’aumento dell’inflazione, causata in gran parte da un’impennata dei prezzi dell’energia; le interruzioni della catena di approvvigionamento.

Al momento, tuttavia, la situazione sembra in netto miglioramento, e le stringenti misure di conte-nimento che diversi Paesi dell’area Euro ancora oggi stanno adottando dovrebbero essere mitigate a breve. Si prevede che nel settore tessile la produzione dovrebbe superare il livello pre-pandemia già nella prima metà del 2022, e da questo punto di vista l’Italia può a mio parere fare da traino all’economia europea, seguita da Francia, Spagna e Germania.

 

Se avessi la bacchetta magica cosa faresti per migliorare la situazione dell’industria tessile in Europa? In che modo interverresti per aprire nuove prospettive e nuove opportunità per il settore?

L’industria tessile europea ha oggi le potenzialità per uscire rinforzata dalla crisi, con una filiera più corta e più sostenibile, con il ritorno alla tradizionale vocazione a una produzione di qualità elevata, con un modello di business più resiliente, con collezioni numericamente inferiori e basate su materiali in grado di durare nel tempo, con presentazioni digitali, che rendano pienamente disponibili le schede tecniche anche per quanto riguarda la tracciabilità, con immagini dei prodotti di facile fruizione, con una segmentazione dell’offerta in funzione delle specifiche necessità di mercati e clienti.

I principali attori del mercato europeo devono ripensare “i tempi della moda”, per recuperare valori di autenticità e qualità, basandosi sui principi dell’eco-design, utilizzando materiali di riciclo e puntando su processi industriali “governati”, per il ridotto utilizzo di sostanze chimiche e il controllo di energia, gas naturali e acqua, ma anche studiando una “Energy Label” per gli indumenti, che parta dalla materia prima al prodotto finito e che possa rendere gli acquisti più consapevoli.

Poi certamente è necessario oggi saper domare le tecnologie digitali, puntando sull’e-commerce, trasformando i commessi in assistenti virtuali anche per progetti speciali, pensando in maniera digitale, aiutando gli store managers a valorizzare la qualità dei tessuti spiegandone le caratteristiche, suggerendone gli abbinamenti, e indicandone la filiera e il luogo di fabbricazione.

Per quanto riguarda i punti vendita fisici: i negozi restano fondamentali ma oggi è necessario saper fornire ai clienti delle ragioni valide per andare in negozio anziché acquistare comodamente online. Come? Offrendo locali sicuri, con le corrette soluzioni di sanificazione anche per i capi esposti, e puntando su salute, accoglienza, consulenza al cliente e immagine, ma anche permettendo di riportare nel negozio i capi non più utilizzati, per attivare forme di re-cycling e ottenere risultati concreti nei modelli circolari.

Ritengo che il tessile europeo abbia grandi potenzialità. Abbiamo voglia di leggerezza e di fantasia, dopo mesi in cui la realtà è stata così pesante, e la creatività delle persone aiuterà ad avere una visione alternativa delle cose, sperando che sia più colorata, più consapevole e più attenta alla difesa della natura.

 

 

 

 



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