Intervista ad Alberto Biella –Presidente Re Tech Life Onlus
RE TECH LIFE Onlus – Cooperativa con sede a Usmate Velate, in provincia di Monza, Re Tech Life si occupa di rigenerazione dei computer e riciclo di apparecchiature informatiche.
Di Re Tech Life si è parlato molto negli ultimi anni, con articoli su tutti i maggiori quotidiani nazionali, per la vostra capacità di conciliare la dimensione imprenditoriale con la solidarietà e l’impegno nel sociale. Accanto ai tecnici lavorano infatti nella vostra sede persone svantaggiate con disabilità fisiche e psichiche, persone che sono state in carcere o che hanno avuto delle dipendenze. Dal punto di vista umano quali sono le difficoltà e quali sono gli elementi di soddisfazione nel lavorare con queste persone?
Il lavoro è una leva fondamentale per avviare un percorso di crescita e di miglioramento della propria vita, e questa considerazione – che vale per tutti – è a maggior ragione significativa per le persone che attraversano per varie ragioni una fase critica dell’esistenza. L’inserimento lavorativo di un soggetto in difficoltà va considerato come un elemento indispensabile (e spesso è quello risolutivo) per il superamento della condizione di svantaggio. Ma è chiaro che l’inserimento lavorativo da solo non basta e ha senso se è parte di un progetto più ampio, perché il disagio sociale è una realtà complessa che deve essere affrontata con interventi da attivare su più fronti e con l’apporto delle competenze di tutti gli “attori” sociali coinvolti.
Da sempre crediamo profondamente in questo atteggiamento metodologico: solo un approccio corale e di responsabilità condivisa è in grado di creare le condizioni per una svolta positiva ed è in grado di sostenere nel tempo il cammino di coloro che possiamo considerare a vario titolo in condizione di fragilità. La richiesta di coinvolgimento di tutti i servizi di riferimento per la persona e la conseguente creazione di una rete di operatori capace di comunicare in modo efficace e tempestivo è per noi elemento imprescindibile per la riuscita di ogni progetto individuale.
I nostri interventi sono sempre “con” la persona e non “sulla” persona, hanno l’obiettivo di favorire una piena integrazione nel tessuto sociale, e mettono al centro la formazione come caratteristica imprescindibile nella crescita personale in vista di un ottimale reinserimento sociale.
Infine ricordiamo quanto l’importanza di avere un’offerta lavorativa per i detenuti autorizzati al lavoro esterno (art. 21 o.p.) o in semilibertà rappresenti un risparmio per l’intera collettività. Un detenuto-lavoratore, infatti, partecipa alle spese sostenute per il suo mantenimento in carcere (ex art. 24 o.p.), contribuisce al proprio sostentamento e può aiutare economicamente la famiglia. E non solo: coloro che hanno un’attività lavorativa extra-muraria concorrono anche alla riduzione dei costi relativi alla sorveglianza da parte della polizia penitenziaria, e riducono i costi relativi al consumo dei pasti interni all’istituto.
Gli obiettivi generali di ogni singolo inserimento e gli obiettivi specifici di ogni persona sono – in sintesi:
OBIETTIVI GENERALI
- Definire progetti di reinserimento sociale e lavorativi che tengano conto delle urgenze del soggetto e della necessità di elaborare un percorso professionale e formativo realizzabile.
- Ampliare le reti di sostegno esistenti, in modo che possano fornire risposte tempestive e condivise tra tutti gli operatori coinvolti.
- Sensibilizzare il contesto territoriale per promuovere e favorire il reinserimento sociale dei soggetti fragili, che rischiano di diventare disoccupati permanenti anche se provvisti della migliore volontà.
OBIETTIVI PER LA PERSONA
- affrontare le proprie fragilità in maniera costruttiva, per acquisire consapevolezza e rafforzare l’autostima
- sperimentare e potenziare competenze professionali e relazionali
- rafforzare il senso di responsabilità mediante il coinvolgimento attivo nella costruzione del proprio progetto di vita
- sperimentare il lavoro come mezzo di risocializzazione e fonte di sostegno economico lecito
- apprendere tecniche efficaci per affrontare il mercato del lavoro
Sulla base di queste considerazioni è stato possibile, in questi anni, lavorare con diverse tipologie di svantaggio (disabili fisici, disabili psichici, soggetti a dipendenze, soggetti provenienti dall’area penale), ma ogni inserimento – anche se con specificità diverse – rappresenta un coinvolgimento emotivo e una sfida in grado poi di restituire molto. È una grande soddisfazione per noi vedere – per esempio – un disabile psichico che diventa un sostegno per la propria famiglia, o un soggetto proveniente dall’area penale che, dopo anni di reclusione, esce del carcere per lavorare, incomincia a confrontarsi con una società completamente diversa da quella che ricordava, e in breve tempo riesce a trovarsi un dormitorio e poi una casa.
Re Tech Life rigenera e ricicla ogni anno migliaia di computer dismessi dalle aziende, che vengono poi destinati in parte al mercato dell’usato e in parte a scuole e progetti sociali in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. Quello che non è riutilizzabile viene lavorato e trasformato in materia prima (plastica, ferro, alluminio, vetro, ecc.). Quali sono gli aspetti tecnici più interessanti in questi procedimenti? Come vengono gestite le donazioni? E come viene portato avanti – dal punto di vista ecologico e dell’impatto ambientale – il trattamento dei rifiuti elettronici?
Per quanto riguarda l’impegno ambientale possiamo dire che abbiamo innanzitutto dei controlli formali e ufficiali, con redazione di report e di analisi e con l’elaborazione di indicatori ambientali relativi al numero di apparecchiature informatiche reimpiegate e ai chilogrammi di materie prime secondarie recuperate. Vi è poi un controllo più sostanziale e costante, che consiste nell’organizzare il processo di produzione giornalmente in base ai carichi di lavoro, con l’obiettivo di verificare che non vi siano anomalie riferibili ai seguenti aspetti significativi: scarichi idrici, consumo di energia e rumore.
La nostra cooperativa si è specializzata nel trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici (R.A.E.E.) provenienti dal fine vita delle apparecchiature informatiche, scegliendo una lavorazione prevalentemente manuale di questi rifiuti. Questa scelta è legata al fatto che una lavorazione manuale permette un incremento della percentuale di materia prima recuperabile rispetto ai classici metodi meccanici, incremento che giustifica e sostiene l’inserimento lavorativo di un maggiore numero di soggetti svantaggiati.
Seguiamo il modello della piramide dei rifiuti, così come definita dalle direttive europee, privilegiando il riuso come forma di riduzione dei rifiuti elettronici. In quest’ottica abbiamo sviluppato delle collaborazioni con istituti di credito e multinazionali, i quali riservano una quota di apparecchiature informatiche rigenerate per progetti di donazione a scuole, enti ed associazioni. Per fare da volano a questi progetti di donazione abbiamo anche sviluppato un portale web, che consente ai nostri interlocutori di gestire e monitorare le donazioni e i beneficiari.
La Cooperativa si è poi specializzata in questi anni nella distruzione certificata di dati sensibili presenti su supporti informatici, un lavoro che accanto alla gestione informatica di ogni singolo bene ritirato garantisce un servizio professionale per le aziende e permette di incrementare le risorse a disposizione dei nostri progetti sociali ed ambientali.
Re Tech Life collabora con grandi e medie aziende, banche, fondazioni, amministrazioni ed enti pubblici. Quali sono stati i progetti e le partnership più importanti che avete portato avanti? Quali sono i progetti che avete in cantiere o che sognate di intraprendere in futuro?
Dal punto di vista delle attività tecniche la Cooperativa collabora con alcuni dei più importanti istituti di credito italiani, gestendo il materiale informatico che queste società decidono di dismettere. Le apparecchiature così ritirate vengono serializzate, analizzate e rigenerate per quanto possibile. Ciò che non è reimpiegabile viene gestito come rifiuto elettronico e trattato con la finalità di recupero delle materie prime secondarie. Parte di quello che è possibile reimpiegare, in collaborazione con le società stesse, viene messo a disposizione per donazioni a scuole, enti ed associazioni che ne fanno richiesta. Sono oltre 3 mila le postazioni informatiche che vengono donate annualmente.
Stiamo sviluppando nuove metodologie di trattamento dei rifiuti elettronici, e in particolar modo stiamo progettando una nuova apparecchiatura che permetterà, grazie al miglioramento della qualità e del valore delle materie recuperate, di poter formare ed inserire altri tre soggetti svantaggiati.
Re Tech Life è una cooperativa Onlus. Quali sono le modalità per sostenervi e devolvere un contributo?
Le aziende (così come anche i privati) che volessero contribuire all’attività della cooperativa, possono farlo innanzitutto donando le proprie apparecchiature informatiche che decidono di dismettere. Tali apparecchiature diventano per noi una risorsa per il sostentamento delle nostre attività.
È possibile acquistare prodotti, opportunamente rigenerati dal nostro personale, direttamente attraverso il nostro sito internet. Sono molte ad esempio le associazioni di genitori che acquistano personal computer e notebook per allestire le aule informatiche nelle scuole dei propri figli.
Naturalmente è possibile fare una donazione alla Cooperativa direttamente oppure attraverso il portale “il mio Dono”, su cui è possibile contribuire a tre progetti: il progetto di alfabetizzazione informatica “Dona un PC”, il progetto di inserimento lavorativo “Un Futuro Possibile”, e il progetto di sviluppo delle attrezzature della cooperativa “Ecosostenibilità”.
Infine è possibile contribuire alla nostra attività destinando il 5 per mille alla nostra cooperativa, inserendo il nostro codice fiscale (05277120969).