Il tessile alberghiero di lusso. Il progetto Italidea

Intervista a FLAVIO CLERICI – Ceo and Founder Italidea

 

A cura Luigi Torriani

ITALIDEA SRL – Fondata nel 2015, con sede a Como, Italidea è una società specializzata nella fornitura di prodotti tessili di lusso (biancheria, lenzuola, accessori, plaid e coperte, piumoni e cuscini, federe, asciugamani, accappatoi) per alberghi, residenze di prestigio, ristoranti, treni, compagnie aeree e navi da crociera.

 

Come nasce il progetto Italidea, a partire da quali esperienze e con quali obiettivi? Perché avete deciso di specializzarvi in questo particolare comparto?

Ho lavorato per molti anni come manager in importanti aziende tessili italiane. Sono stato direttore di produzione in Mantero Seta e poi – nel 1996 – grazie alla mediazione di Rovetex e di Sacha e Ronnie Hagin – sono approdato alla Frette, dove per alcuni anni ho guidato la divisione alberghiera, avviando un progetto di outsourcing internazionale e di ricerca di fonti alternative al puro Made in Italy. Ho lavorato poi alcuni anni in Mascioni, aprendo e gestendo la divisione alberghiera dell’azienda e seguendo in tutto il mondo contratti corporate con realtà di primo piano del settore. Infine, nel 2015, ho intrapreso l’attività di imprenditore fondando Italidea, che è l’espressione del mio ideale di tessile alberghiero di qualità.

 

Come si lavora nell’ambito del tessile alberghiero? Quali sono storicamente le caratteristiche del comparto, la concorrenza sul mercato, gli elementi di interesse commerciale e le criticità? Come si è evoluto il comparto negli ultimi decenni?

Il mondo alberghiero (parlo dell’alberghiero di lusso, degli hotel 5 stelle) negli ultimi decenni è cambiato profondamente, è andato incontro a una vera e propria rivoluzione che è legata allo sviluppo dei grandi gruppi e delle grandi catene alberghiere internazionali, che oggi dominano il mercato.

Questi gruppi non hanno ovviamente un singolo proprietario, o una singola famiglia proprietaria, come avviene nell’alberghiero tradizionale, e non hanno neanche la proprietà degli immobili. Per aprire un hotel individuano un partner locale (in genere un costruttore o una società di Real Estate) e aprono l’albergo senza investimenti immobiliari, con affitti agevolati in cambio del prestigio che alla società immobiliare deriva dal brand della catena alberghiera.

In queste catene alberghiere l’attenzione alla qualità del tessile-biancheria si è molto ridimensionata. Si punta tutto sui servizi (centri benessere, Spa, navetta dall’aeroporto, Room Service 24 ore su 24, palestre, ristoranti, ecc.), mentre per la biancheria si esternalizza il servizio minimizzando costi e rischi.

In che modo? È molto semplice: la catena alberghiera si rivolge alle grandi lavanderie industriali (alcune delle quali sono diventate oggi dei veri e propri colossi, talvolta acquistando a monte gli stessi produttori e fornitori tessili), e noleggia dalle lavanderie la biancheria per i propri alberghi, facendo ordini variabili a seconda del livello di occupazione delle camere (chiedendo dunque, per esempio, biancheria per venti camere o per cento camere, ecc.). In questo modo si evita di dover gestire una lavanderia interna, non si acquista biancheria e si risparmia enormemente sui costi, evitando – peraltro – qualsiasi rischio legato all’annullamento delle prenotazioni sulle piattaforme online e in generale alla scarsa propensione odierna degli utenti a programmare con anticipo i propri soggiorni alberghieri. Tutto questo è ovviamente comprensibile, perché oggi per un albergo è difficile sapere con certezza quanti clienti si avranno la settimana successiva, e i costi fissi – per un 5 stelle – sono molto elevati (in media un dipendente per camera), ma tutto questo ha una conseguenza non da poco: la totale standardizzazione dei prodotti. Se un tempo era la prassi per un hotel di lusso avere biancheria firmata, ed era un elemento di prestigio per l’albergo, oggi nelle catene alberghiere – per esempio in Four Seasons o nei Ritz Carlton Hotel – sulle lenzuola o viene messo il solo brand dell’hotel, oppure – ed è la soluzione preferita dai lavandai – non c’è alcun marchio. Anche perché – spiace dirlo – sono pochi oggi i clienti che hanno una cultura e una sensibilità tali da valutare e percepire correttamente la qualità della biancheria.

C’è stata una democratizzazione del lusso, che si è accompagnata a un aumento della concorrenza e a un calo dei prezzi (trent’anni fa a Shanghai c’era un hotel di lusso, oggi ce ne sono sessanta…), e in questo contesto sono pochi i clienti raffinati, quelli che apprezzano soluzioni di alta qualità per la biancheria, customizzate e create ad hoc per quell’albergo. Con Italidea ci rivolgiamo a questi “pochi clienti raffinati”, a questa nicchia dell’alberghiero di lusso che è rappresentata da alberghi indipendenti di fascia alta con una proprietà familiare, indipendenti rispetto alle grandi catene alberghiere. Ci sono ancora questi alberghi? Sì, e sono i nostri clienti, per i quali realizziamo forniture tessili ad hoc, studiate attentamente per il singolo albergo. Questi clienti sono prevalentemente al di fuori dell’Italia, e si tratta spesso di nomi di altissimo livello, come i Nobu Hotels di Robert De Niro o come il Resort Sensei delle Hawaii, che ci ha commissionato, per esempio, duemila accappatoi di lino con uno stile particolare studiato per l’occasione.

 

In che modo il Covid ha impattato sul comparto del tessile alberghiero? Che difficoltà ci sono state e come sta evolvendo oggi la situazione?

Il Covid non sta impattando in maniera particolare sul nostro comparto. Anzi: il gusto dei clienti degli alberghi 5 Stelle si sta spostando su strutture più piccole e indipendenti, sui serviced apartments o su yacht che vengono noleggiati in occasione delle vacanze, e tutto questo ci sta favorendo. Gli hotel troppo grandi e con troppi spazi comuni sono oggi visti con timore da parte di alcuni clienti, che preferiscono soluzioni di lusso ma più appartate e confortevoli.

Noi tra l’altro, con Italidea, proponiamo anche dei prodotti tessili con capacità anti batteriche permanenti, prodotti di biancheria che grazie all’utilizzo di molecole d’argento svolgono un’azione protettiva rispetto a batteri e virus, e che in questo momento possono certamente risultare particolarmente interessanti per i clienti.

 

Come selezionate i fornitori e le aziende partner con le quali creare le linee di prodotto per l’hotellerie? Che peso ha, nel comparto del tessile alberghiero, il Made in Italy?

Il Made in Italy oggi ha un peso solo se significa – ed è quello che cerchiamo di fare noi – proporre soluzioni di “artigianato globale” con un alto livello consulenziale e di know-how tecnico, ovvero cercare di promuovere supply chain di sviluppo che partono da un gusto e da una cultura italiani ma con la flessibilità necessaria rispetto ai costi e alle esigenze del singolo cliente. L’ossessione del “100% Made in Italy” a tutti i costi oggi non ha più senso. Un albergo può scegliere, per esempio, biancheria al 100% Made in Italy per le suite, accettando costi molto alti e valorizzando questo investimento con una comunicazione adeguata alla clientela, mentre optare per prodotti sempre di alta qualità ma di diversa provenienza e di minor costo per le altre camere. Quando riceviamo una richiesta valutiamo di volta in volta e selezioniamo i fornitori e i partner più adatti allo scopo, con soluzioni altamente personalizzate che, in ogni caso, non scendono mai al di sotto di certi livelli qualitativi.



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