Il tessile in Italia. Opportunità e prospettive post-Covid

Intervista a Vincenzo Cangioli – Ceo Lanificio Cangioli

A cura di Luigi Torriani

LANIFICIO CANGIOLI 1859 – Storica industria tessile italiana con sede a Prato, fondata nel 1859, Cangioli è oggi un Gruppo con tre aziende di produzione (Cangioli, Pentarif per la tintoria e rifinizione, Manifattura Tessile Malaparte per la tessitura) e con quattro brand presenti sul mercato (Lanificio Cangioli, Even More, Vallombrosa e Sushi-Shirt).

Il tessile-moda italiano si sta risollevando (vendite a +24% nel primo semestre del 2021, ripresa delle fiere, crescita degli ordini, nuove opportunità commerciali). Speriamo di essere vicini alla fine del tunnel. Cosa lasciano in eredità – nel tessile – due anni di emergenza Covid? Si può fare un bilancio? C’è qualche insegnamento che possiamo trarre? Alla fine del tunnel scorgeremo un mondo simile a quello che abbiamo lasciato all’inizio del tunnel, un mondo profondamente cambiato oppure qualcosa che si colloca “nel mezzo” …?

Quello che il Covid ci ha lasciato in eredità – in questo momento – è una fase molto complessa e fortemente caotica, con un picco degli ordini e un trend di ripresa superiore alle aspettative, ma che si accompagna – e questo è il problema – a un quadro di “tempesta perfetta”, con una rottura delle supply chain globali e con aumenti dei prezzi – abbinati spesso a errori e ritardi nelle consegne – su tutte le materie prime, sull’energia, sulla logistica e sui trasporti, e non su un singolo fattore come accade storicamente in occasione di una specifica situazione di crisi.

L’aumento della domanda me l’aspettavo, mi aspettavo un picco iniziale e una fase di sovrapproduzione per il ripristino delle scorte ma quello che non mi aspettavo è che questa accelerazione coincidesse con una fase di caos globale che trasforma il momento attuale in qualcosa di totalmente inedito e di assolutamente anomalo rispetto al passato. Alla soddisfazione per le grandi opportunità di business che questa ripartenza ci sta dando si accompagnano le difficoltà nel gestire gli approvvigionamenti e gli ordini e la preoccupazione per l’evoluzione che questa situazione potrà avere. Lavoriamo moltissimo, c’è tantissimo lavoro, ma il lavoro è sempre più complicato e impegnativo.

Al momento è presto per capire se da questa strana congiuntura le aziende tessili italiane ed europee usciranno davvero rafforzate e in grado di espandersi oppure no. Credo che dovremo aspettare un po’ di tempo, almeno fino alla fine del 2023 o fino al 2024, per capire in che misura il mondo tessile sarà cambiato rispetto al passato. Siamo nel bel mezzo di questa tempesta e al momento è prematuro dare una valutazione o provare a fare dei bilanci.

 

Spedire un container dalla Cina all’Italia oggi costa il 500% in più rispetto a due anni fa. Si aprono nuove opportunità per i produttori tessili italiani ed europei? Più in generale: potrebbe davvero prendere piede un fenomeno di ritorno della produzione tessile entro i confini Ue, con una riduzione delle delocalizzazioni? Siamo vicini al ritorno in grande stile di una vera filiera tessile europea? Nel tessile la globalizzazione è destinata a diminuire la sua portata? Oppure tra poco tutto tornerà come prima?

Certamente in questo momento è relativamente poco conveniente acquistare in Asia, e questo è un fatto nuovo e molto interessante che potrebbe dare origine a fenomeni importanti e duraturi di Reshoring della produzione tessile in Europa. Ma il condizionale è d’obbligo perché attualmente è impossibile capire se e quando la situazione tornerà come prima, se ci sarà una forte riallocazione della produzione dalla Cina verso altre realtà asiatiche come il Vietnam e il Bangladesh o se invece per le industrie tessili europee si aprirà una fase di nuova e inaspettata crescita.

Noi oggi abbiamo lavoro in eccesso, siamo oberati di lavoro, ma questa maggiore richiesta deve stabilizzarsi e consolidarsi nel tempo per convincere me – come altri imprenditori tessili italiani ed europei – a investire aggiungendo capacità produttiva. Lo capiremo – come ho detto – nel 2023 o nel 2024; al momento non possiamo sapere se quella che stiamo attraversando è una congiuntura di breve durata o è la fase iniziale di una rivoluzione epocale della filiera tessile mondiale.

Detto questo, non possiamo nasconderci che in Italia – e più in generale in Europa – abbiamo oggi il problema di riacquisire know-how tessile e di formare una nuova generazione di lavoratori del settore. L’età media nelle aziende tessili italiane è molto elevata, non si intravede all’orizzonte un ricambio generazionale e chi – come noi del Lanificio Cangioli – cerca ancora oggi di investire nella formazione dei giovani si scontra però con la carenza di percorsi scolastici e di offerte formative dedicate al mondo tessile. Quando si auspica un Reshoring delle produzioni tessili in Europa bisogna dunque avere ben presente che un fenomeno di questo genere può funzionare soltanto se si accompagna a investimenti importanti nella formazione tessile dei giovani, a partire dalle scuole.

D’altro canto, pensare all’apertura da zero di nuove aziende, di startup tessili in Europa, è francamente eccessivamente ottimistico, perché parliamo di un settore nel quale gli investimenti iniziali richiesti sono molto elevati e le tempistiche per far partire un’attività sono molto lunghe. Possiamo invece realisticamente sperare in un potenziamento delle aziende tessili europee già esistenti. Ma è un discorso sul quale si potranno avere le idee più chiare tra un paio d’anni, non subito.

 

Collezioni – Moda: che tendenze osserviamo oggi? Quali sono le novità più importanti e di maggior interesse?

L’attenzione per la sostenibilità è in fortissimo aumento e rappresenta la grande tendenza attuale nel mondo tessile.

Questa di per sé è certamente una buona notizia, ma c’è un problema: a parte una trentina di grandi brand mondiali della moda, che stanno investendo davvero sulla sostenibilità, a valle della filiera tessile la gran parte dei marchi, e la quasi totalità quando parliamo di brand piccoli e medi, fa Greenwashing, cioè ecologismo di facciata, superficiale, declinato prevalentemente a livello di marketing e di comunicazione.

A monte della filiera, invece, molte aziende tessili – soprattutto molte filature e tessiture – stanno realmente investendo nella sostenibilità, con un impegno concreto che è molto oneroso. Con il Lanificio Cangioli abbiamo ottenuto tutte le più importanti certificazioni Green internazionali, e abbiamo nella nostra squadra quattro persone che si occupano a tempo pieno di sostenibilità.

Il problema è che nel mondo tessile – troppo spesso – si pensa che gli investimenti di questo tipo debbano essere assorbiti soltanto a monte della filiera. O L’industria tessile – come mi auguro – inizia ad affrontare il tema della sostenibilità anche a valle, oppure questa battaglia – giusta e importante – è destinata a fallire.

 

In che modo Datatex, con le sue soluzioni, ha migliorato la gestione aziendale nel Lanificio Cangioli? In particolare, la direzione quale valore aggiunto ha riscontrato nell’area commerciale, nell’area produttiva, nella relazione con i fornitori e i terzisti, nell’analisi del dato aziendale…? E quale valore aggiunto è stato percepito nei vari ambiti operativi da parte dei fruitori diretti del “Sistema di gestione dei dati aziendali” …?

A due anni di distanza dal Go-Live, posso dire che le soluzioni software di Datatex hanno avuto un impatto profondo sul Lanificio Cangioli dal punto di vista organizzativo. Ci sono state delle difficoltà iniziali e la transizione non è stata semplice, anche perché ha comportato un cambiamento non banale nella mentalità e nella cultura aziendale, ma oggi vedo che i benefici e i vantaggi di questo cambiamento ci sono e sono importanti.

In primo luogo parlo di benefici sul piano del margine operativo aziendale, e sicuramente sono migliorati il controllo dei flussi produttivi e il controllo dei flussi delle risorse, ma anche per quanto riguarda la tracciabilità di prodotto l’efficacia è notevolmente cresciuta, con grandi vantaggi in termini di semplificazione per quanto riguarda il lavoro con le fibre certificate.

Inoltre le informazioni al servizio delle decisioni sono oggi molto più puntuali, precise e coerenti, e ci hanno già aiutato più volte a decidere in modo rapido in frangenti difficili. Le figure apicali dispongono oggi di informazioni più ampie e precise, e questo sicuramente ha migliorato i processi decisionali all’interno dell’azienda.



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