IMO Spa. L’omeopatia italiana dal 1947

IMO Spa. L’omeopatia italiana dal 1947

Intervista a Alessandro Praga – Direttore Generale IMO (Istituto Italiano di Medicina Omeopatica)

A cura di Luigi Torriani

IMO Spa (Istituto Italiano di Medicina Omeopatica) – E’ l’azienda pioniera dell’omeopatia in Italia (nasce nel 1947) ed è tra le società leader nel settore dei prodotti omeopatici (ad oggi è terza per quota di mercato).

La medicina naturale e omeopatica non è soltanto un business ma è anche una filosofia, con molti sostenitori, molti pazienti soddisfatti ma anche alcuni detrattori e critici. Non di rado capita di leggere su giornali e riviste articoli con titoli come “Tutti i miti sull’omeopatia”, “Omeopatia: uno studio ne smentisce l’efficacia”, “I farmaci omeopatici sono inutili”, e simili. Quali sono gli errori e i fraintendimenti in questi interventi critici? Qual è oggi il vostro appeal presso medici e farmacisti? E quali libri e riviste consigliate per chi vuole introdursi alla storia e ai principi dell’omeopatia?

C’è molta confusione nel dibattito sull’omeopatia, e credo sia importante distinguere tra le opinioni (più o meno in buona fede) e i fatti. Chiunque è ovviamente libero di tenersi alla larga dai farmaci omeopatici, ma chi dice che l’omeopatia è stregoneria o è una baggianata mostra di essere ignorante oppure di avere un qualche secondo fine. Una prima risoluzione in materia da parte del Parlamento Europeo risale al 1997, e una seconda è del 1999, e in queste risoluzioni l’omeopatia è considerata come medicina, come pratica medica. Nel 2001 la direttiva europea 83 impone agli Stati membri di procedere alla registrazione dei farmaci omeopatici in commercio, e nel 2002 (il 18 maggio a Terni) la Federazione nazionale  dell’Ordine dei medici definisce ufficialmente l’omeopatia come un “atto medico”. Chi dice dunque che il prodotto omeopatico non è un medicinale semplicemente dice il falso perché per legge è un medicinale. E la registrazione completa di tutti questi medicinali è in dirittura d’arrivo proprio in questi mesi. Già nel 1995 – per la prima volta – l’Agenzia italiana del farmaco ha suggerito di chiedere alle aziende di dichiarare tutti i prodotti omeopatici in commercio, progetto non semplice che è poi slittato di anno in anno. Dopo l’intervento Ue del 2001, con i Milleproroghe l’Italia ha di nuovo rimandato più volte, fino al D. L. 219 / 2006 che ha recepito e attuato la direttiva europea 2001/83. Sono passati nel frattempo altri anni, finché nel 2015 è stato fissato al 30 giugno 2017 il termine per le aziende per presentare tutti i dossier sui farmaci omeopatici in commercio. A fine 2018 – 18 mesi dopo il termine – è fissato il parere definitivo delle autorità sanitarie con l’approvazione dei prodotti. A fine anno avremo dunque l’elenco preciso e completo di tutti i farmaci omeopatici in commercio, ma che l’omeopatia sia un atto medico e che i prodotti omeopatici correttamente preparati siano dei farmaci è già assodato da molti anni. E contrariamente a quanto si pensa anche in ambito omeopatico c’è sperimentazione e ricerca clinica, e c’è anche un organismo indipendente internazionale che si chiama HRI e che svolge attività di ricerca in maniera assolutamente neutrale e dà risposte serie e scientifiche a chi critica l’omeopatia. Mi chiede poi qual è il nostro appeal presso medici e farmacisti: non essendo l’omeopatia coltivata a livello accademico (non viene insegnata nelle università), sono le aziende come Imo che fanno la formazione a medici e farmacisti, per cui il nostro rapporto con questi professionisti è molto stretto e molto forte. I medici che vogliono svolgere l’omeopatia devono iscriversi nell’Ordine provinciale  come figure che praticano attività mediche non convenzionali (le medicine non convenzionali – MNC sono regolate per legge dal 2002 e sono sette: medicina omeopatica, agopuntura, medicina tradizionale cinese, medicina ayurvedica, medicina antroposofica, omotossicologia, fitoterapia). Mi chiede infine dei consigli su libri e riviste: ci sono molti libri assolutamente validi sull’omeopatia, ci sono alcuni testi che segnaliamo sul nostro sito, e noi stessi pubblichiamo una rivista di approfondimento, ma credo che i libri migliori siano soprattutto testi per addetti ai lavori. E credo anche che consigliare dei titoli possa essere fuorviante e ingenerare l’idea che con l’omeopatia si possa procedere con il fai da te e con l’auto-cura. Il mio consiglio è questo: essendo l’omeopatia un atto medico ed essendo i prodotti omeopatici dei farmaci a tutti gli effetti, rivolgetevi ai medici e ai farmacisti, e lasciate perdere percorsi personali al di fuori di un controllo medico.

 

IMO ha sede centrale nello stabilimento di Trezzano Rosa, in provincia di Milano, importa e distribuisce farmaci omeopatici e produce anche con marchio proprio. Quali sono oggi i vostri prodotti di punta? 

Nel 2001, quando sono entrato io in azienda, avevamo un listino soltanto di prodotti omeopatici, poi ci siamo differenziati e abbiamo allargato la nostra proposta anche ai campi della nutrizione e della fitoterapia. In ambito omeopatico i nostri prodotti di punta sono – oltre naturalmente a quelli a marchio IMO – i farmaci della linea Dr. Reckeweg e quelli della linea Sanum. La linea Dr. Reckeweg è una gamma di complessi omeopatici tedeschi non generici ma studiati per essere utilizzati in precisi e specifici quadri patologici. Distribuiamo questi prodotti fin dal 1947, per cui parliamo di un marchio storico del nostro catalogo, ancora oggi importantissimo. Nei prodotti della linea Sanum, sempre di produzione tedesca, abbiamo una sorta di biotecnologia farmaceuatica omeopatica. I farmaci Sanum hanno un’azione immunologica, stimolano il sistema immunitario in presenza di quadri patologici. Sul fronte nutrizionale e fitoterapico – oltre ai prodotti a marchio IMO – segnalo in particolare due linee, entrambe francesi: Nutergia e Labcatal. I prodotti della linea Nutergia si basano sul concetto di nutrizione cellulare attiva, i prodotti della linea Labcatal sono preparati funzionali a base di oligoelementi.

 

Qual è stato l’impatto della crisi nel vostro settore? Il mercato dei prodotti omeopatici ha risentito in che misura della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane? E facendo un confronto internazionale qual è oggi la situazione del mercato italiano rispetto agli altri Paesi?

L’impatto della crisi sicuramente c’è stato, ma il nostro è un settore di nicchia e ha risentito meno di altri della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. I problemi sono iniziati soprattutto negli ultimi due anni, e hanno a che fare con criticità specifiche del nostro settore. Nel 2017 il mercato omeopatico ha perso il 12,63% a volume (2 milioni e 235mila confezioni in meno vendute). Perché? Per due motivi, che riguardano due fenomeni di cui ho già parlato nella risposta alla prima domanda: la registrazione dei farmaci e le polemiche mediatiche e pseudogiornalistiche sull’omeopatia. Il 30 giugno 2017 – come detto – è scaduto il termine per presentare tutti i dossier sui farmaci omeopatici in commercio. Per la registrazione dei farmaci ci sono dei costi enormi, per cui molte aziende hanno ritirato dal mercato dei prodotti perché sarebbe stato troppo oneroso registrarli. Diminuendo l’offerta calano ovviamente anche i volumi venduti. Inoltre – e questo è il secondo problema – le molte (troppe) polemiche inutili sull’omeopatia ingenerano confusione e rendono più difficoltoso trovare nuovi clienti. Noi abbiamo abbandonato la produzione interna (anche per l’estrema difficoltà a competere con una multinazionale concorrente ormai quasi monopolista, la Boiron), ma continuiamo a vendere con il nostro marchio esternalizzando la produzione, e abbiamo potenziato la nostra rete commerciale. Siamo un’azienda finanziariamente molto solida e continuiamo ad essere altamente competitivi sul mercato. Ma altre aziende più piccole e meno solide della nostre – nel settore dell’omeopatia – sono state costrette a chiudere o sono al momento attive ma fanno molta fatica ad andare avanti.

 

Informatica, digitalizzazione e web: come è cambiato il vostro lavoro negli ultimi anni dal punto di vista dell’efficienza nella produzione e distribuzione e dal punto di vista commerciale e del marketing e comunicazione? Il canale e-commerce è per voi una strada interessante?

Sull’e-commerce le rispondo in maniera chiara: assolutamente no, ma non per ragioni di chiusura all’innovazione. Semplicemente è una strada che non possiamo percorrere. La vendita su internet dei farmaci è stata di recente normata, e le regole dicono che sono le farmacie – se vogliono – a vendere i farmaci online, non le aziende che le producono e le distribuiscono. Dal punto di vista informatico ci sono stati invece di recente dei cambiamenti importanti nella nostra azienda: due anni fa abbiamo cambiato il sistema informatico aziendale, siamo passati a Vela ERP, il software del gruppo Datasys Network, e questo passaggio ci sta dando dei grandi vantaggi dal punto di vista funzionale. Inoltre crediamo nella Business Intelligence e abbiamo Board da molti anni. Per il resto il mondo digitale ci interessa e ci dà grandi opportunità dal punto di vista della comunicazione e del marketing, da una parte consentendoci di comunicare in modo più veloce, diretto e capillare con i professionisti della salute, dall’altra permettendoci in ambito consumer di fare formazione e di promuovere una cultura omeopatica a beneficio del consumatore-paziente. Oltre al nostro sito istituzionale portiamo avanti tre progetti di web marketing in tre portali diversi: su reckeweg.it abbiamo creato una sorta di biblioteca virtuale con informazioni per medici e farmacisti; su reckewegcomics.com raccontiamo l’omeopatia e la cultura omeopatica attraverso un fumetto; su acidosimetabolica.it parliamo ai professionisti della saluti focalizzandoci su una sindrome – l’acidosi metabolica latente – che è poco considerata e che cerchiamo di contrastare attraverso il supporto di una terapia nutrizionale. Tutti i canali vengono poi ovviamente potenziati attraverso azioni specifiche sui diversi social network: per reckewegcomics.com abbiamo una pagina facebook (Dr. Reckeweg Mistery Tales) che è seguita ad oggi da circa 26mila persone, e per reckeweg.it lavoriamo molto su Linkedin.

 

Ricerca e sviluppo: quali potrebbero essere nei prossimi anni i fronti “caldi” sul fronte dell’innovazione nella medicina naturale e omeopatica?

L’innovazione nell’omeopatia non esiste, perché abbiamo una situazione regolatoria molto castrante. Per anni è stata bloccata per legge l’introduzione di nuovi farmaci sul mercato; nel 2017 si potevano – come detto – inviare dossier per la registrazione di farmaci, ma è molto costoso creare e registrare un nuovo prodotto, per cui di fatto si lavora con i farmaci che già ci sono. Facciamo invece ricerca e sviluppo nelle aree parafarmaceutica, integratori alimentari e cosmetici. Nel 2017 abbiamo lanciato quattro nuovi prodotti a marchio IMO (un cosmetico, un dispositivo e due integratori) e due nuovi prodotti a marchio Nutergia. Siamo inoltre in dirittura d’arrivo su cinque nuovi prodotti che saremo in grado a breve di proporre sul mercato (tre dispositivi e due integratori).



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